venerdì 10 luglio 2009

funziono da specchio


Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi
dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la
figura dell’uomo. Senza questo potere, la terra sarebbe
ancora probabilmente palude e giungla. Le glorie di tutte le
nostre guerre sarebbero sconosciute. Saremmo ancora a
scalfire sagome di cervi su frammenti di ossa di montone
e a barattare pietre focaie con pelli di pecora o con altri
semplici ornamenti che colpissero il nostro gusto non sofisticato.
I superuomini e la mano del destino non sarebbero
mai esistiti. Lo Zar e il Kaiser non avrebbero mai
portato una corona, né l’avrebbero mai persa. Qualunque
possa essere il loro uso nelle società civilizzate, gli specchi
sono indispensabili per ogni azione violenta ed eroica.
Ecco perché Napoleone e Mussolini sostengono con
tanta veemenza l’inferiorità delle donne; perché se queste
non fossero inferiori, gli uomini cesserebbero di ingrandirsi.
Questo serve a spiegare in parte il bisogno che
tanto spesso gli uomini sentono delle donne. E serve a
spiegare la misura del loro disagio se colpiti dalla critica
femminile; l’impossibilità per la donna di dire questo
libro è brutto, questo dipinto manca di personalità, o
qualunque altra cosa, senza suscitare molto più dolore e
molta più rabbia di un uomo che esprimesse le stesse critiche.
Perché se lei comincia a dire la verità, la figura
nello specchio si rimpicciolisce; viene diminuita la sua
idoneità alla vita. Come potrà continuare a giudicare, civilizzare
gli indigeni, emanare leggi, scrivere libri, vestirsi
a festa e sproloquiare ai banchetti, se non riesce a vedersi a
colazione e a cena almeno il doppio di quanto è realmente?

>> Una stanza tutta per sé >> Virginia Woolf

attraverso sé


l’infinita schiavitù della donna sarà spezzata,
quando vivrà per sé e attraverso sé.

>> Rimbaud