domenica 28 dicembre 2008

l’altra non ci crede


è buffo, non sento niente. è la fine e non sento niente. devo disabituarmi ad avere cattiva coscienza quando non sento niente, come se il dolore non avesse un passato… tutta la gente che ho conosciuto che resta e resterà nella mia memoria…finisce sempre proprio quando sta per cominciare…era troppo bello per essere vero…finalmente fuori, in città…chi sono io? chi sono diventata? la maggior parte del tempo sono troppo cosciente per essere triste. ho aspettato un’eternità che qualcuno mi dicesse una parola affettuosa. poi sono andata all’estero. qualcuno che dicesse “oggi ti amo tanto”, come sarebbe bello…devo solo alzare la testa ed il mondo s’apre davanti ai miei occhi, mi sale nel cuore…quand’ero bambina volevo vivere su un’isola, una donna sola, potentemente sola.


aspetterò davanti ad un automatico e poi verrà fuori una foto con un altro viso, così potrebbe cominciare una storia. le facce…ho voglia di vedere facce. forse trovo un posto come cameriera. ho paura di questa sera. è idiota.


l’angoscia mi fa male, perché solo una parte di me ha l’angoscia, l’altra non ci crede. come devo vivere? forse non è per niente questo, il problema. come devo pensare?…so così poco…forse perché sono sempre curiosa. talvolta penso in modo così sbagliato, perché penso come se parlassi contemporaneamente a qualcun altro. all’interno degli occhi chiusi, chiudere un’altra volta gli occhi…allora anche le pietre sono vive. stare in mezzo ai colori…i colori…le luci al neon nel cielo della sera.

>> il cielo sopra berlino >> Wim Wenders

giovedì 25 dicembre 2008

25 dicembre 2008

mi annoio

mercoledì 10 dicembre 2008

A volte ti chiamano ma hanno sbagliato numero


Per me l’amore è un puro concetto dotato di un corpo inadeguato, che passando attraverso cavi sotterranei, linee telefoniche ecc., riesce faticosamente a trovare il contatto. Una cosa terribilmente imperfetta. A volte ci sono errori di trasmissione. A volte non si conosce il numero. A volte ti chiamano ma hanno sbagliato numero. Non c’è niente da fare. Finchè vivremo in questo corpo, sarà così. Ho cercato di spiegarglielo infinite volte.
Ma un giorno lei se n’è andata.
Può darsi che io, col mio elogio dell’imperfezione, l’abbia incoraggiata.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

parole azzeccatissime oggi.e magari siamo anche d'accordo.

Il significato non importa, non c’entra


Poi, lentamente, lui alzò la testa e mi guardò in viso.
- Io farò quanto è in mio potere affinché tu possa realizzare il contatto che cerchi, - disse – Non so se ci riusciremo. Sto invecchiando e non ho più l’energia di una volta. Non so nemmeno io quanto potrò esserti d’aiuto. Quello che posso fare lo farò. Ma anche se tutto andrà bene, può darsi che tu non ce la faccia a trovare la felicità. La felicità non te la posso proprio garantire. Può darsi che nel mondo dall’altra parte non ci sia nessun posto per te. Non posso dirlo con certezza. Ma, come hai detto tu stesso poco fa, sembri un po’ irrigidito. Quando si cade in questa rigidità, è difficile tornare indietro. E anche tu non sei più tato giovane.
- Che cosa devo fare?
- Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te alle cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa per te, invece di lasciarla andare via col resto. Così ti sei consumato poco a poco. Perché? Perché lo hai fatto?
- Non lo so.
- Forse era più forte di te. O forse eri spinto a farlo da…una specie di destino, non mi viene la parola…
- Tendenza? – provai a suggerire.
- Sì , tendenza. Anche se tu ricominci da capo, e riesci a rimettere a posto la tua vita, è probabile che tu rifaccia le stesse cose. E’ una tendenza. E quando si supera un certo punto, non si può più tornare indietro. E’ troppo tardi. Anch’io non posso più aiutarti. Io posso solo fare il custode di questo posto e collegare le cose. Non ho altri poteri.
- Che cosa devo fare? – ripetei di nuovo.
- Come ti ho già spiegato, io farò di tutto per collegarti, - disse l’uomo pecora. – Ma questo da solo non basta. Anche tu devi fare la tua parte. Non puoi startene seduto a pensare. Se no non arriverai a niente. Capisci?
- Capisco, - dissi. – Ma cosa devo fare, allora?
- Danzare, - rispose. – Continuare a danzare, finché ci sarà musica. Capisci quello che ti sto dicendo? Devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perché. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c’entra. Se ti metti a pensare a queste cose, i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che si saranno bloccati, io non potrò più fare niente per te. Tutti i tuoi collegamenti si interromperanno. Finiranno per sempre. E tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno mai fermarsi. Anche se quello che fai può sembrarti stupido, non pensarci. Un passo dopo l’altro, continua a danzare. E tutto ciò che era irrigidito e bloccato, piano piano comincerà a sciogliersi. Per certe cose non è ancora troppo tardi. I mezzi che hai usali tutti. Fai del tuo meglio. Non devi avere paura di nulla. Adesso sei stanco. Stanco e spaventato. Capita a tutti. Ti sembra tutto sbagliato. Per questo i tuoi piedi si bloccano.
Alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro.
- Danzare è la tua unica possibilità, - continuò. – Devi danzare e danzare bene. Tanto bene da lasciare tutti a bocca aperta. Se lo fai forse anche io potrò darti una mano. Finché c’è musica, devi danzare!
Finché c’è musica devi danzare! fece eco la mia mente.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki


e sia chiaro che non si tratta di un ballerino.
é con l'anima che devi danzare. lo sto dicendo anche a te, che non so nemmeno se passi di qua, sì sì proprio a te, sì tu!(lo so che stai pensando non sarò mica proprio io chissà chi altri c'è prima di me, ma invece davvero lo sto dicendo anche a te)...e anche a me, a me nel domani.

E intanto invecchiavo


Era la prima volta dopo tanto tempo che mi aprivo così e parlavo francamente di me con qualcuno. Raccontai tutto con la lentezza del ghiaccio che si scioglie, impiegando tutto il tempo necessario. Gli dissi che riuscivo a mandare avanti la mia vita, ma che non arrivavo mai da nessuna parte. E intanto invecchiavo. Che ero incapace di amare davvero qualcuno, che avevo dimenticato cosa volesse dire provare quella fitta al cuore. Che non sapevo neanche io cosa cercare.

>> Dance Dance Dance >> Murakami Haruki

no io no. io no.

martedì 2 dicembre 2008

la gara é con il tempo


La gara è con il tempo, a vivere ciò che crediamo bello, a fissarlo su un supporto tecnologico: attimo fermati perché voglio capire se sei bello. Novelli Faust incerti ma risoluti, ci basta una macchina fotografica digitale per catturare e riprodurre all'infinito quello che ci piace. Perché viviamo in una società dove regna un imperativo categorico di natura estetica: compiacersi.

>> L'irrazionalpopolare >> Francesco Bonami e Luca Mastrantonio


sdeng!!!