venerdì 25 settembre 2009

Era incapace di fare qualcosa che avrebbe potuto svelare


Nessuno ha mai saputo molto di lui, e la gente non lo riteneva una persona straordinaria. Ma una volta accadde che qualcuno lo incolpò di qualcosa ed egli non si difese. Ma poiché aveva un viso così onesto e virile e l'accusa era grave, io non ci credetti. Mi faceva infinitamente male pensare che quel giovane dal viso sincero e dagli occhi pacati che ti guardavano in faccia così direttamente avesse potuto commettere un'azione tanto brutta. Allora ho indagato su ciò che realmente era accaduto. Scoprii che non si era difeso perché in tal caso avrebbe dovuto svelare qualcosa di infinitamente bello e nobile su se stesso, qualcosa di cui chiunque altro si sarebbe vantato anche senza una simile opportunità. Non avevo mai visto nulla del genere. In seguito mi resi conto che era l'uomo più singolare che avessi mai incontrato, e non c'è nulla che mi abbia colpito in vita mia quanto un piccolo sguardo nel suo cuore. Era un uomo infinitamente nobile, ma questo fatto egli lo nascondeva come uno, credo, si vergogni di avere dei pregi rispetto agli altri. Era incapace di fare qualcosa che avrebbe potuto svelare la sua vera natura, e le cose più belle le faceva in silenzio, con timidezza e pudore, di nascosto e furtivamente, ma davvero di nascosto, e mai come se dovesse solo apparire che egli agisse in segreto. Quando egli morì - era troppo buono per questo mondo, e io non temo di usare una simile espressione, che qui è appropriata - lessi in uno dei suoi diari un episodio che risaliva alla sua giovinezza, e poiché mi pare la cosa più bella che abbia mai udito, voglio raccontarla: Quando era piccolo ricevette dalla madre - era molto povero - un ventino (20 centesimi). Fu un grande avvenimento: non aveva mai posseduto in vita sua un ventino. E il fatto che quel denaro se l'era guadagnato rendeva l'evento ancor più memorabile. Quando poi uscì in strada per comprarsi qualcosa, incontrò una mendicante che aveva un aspetto talmente pietoso che egli ne rimase tremendamente scosso e fu subito preso dal grande desiderio di regalarle il ventino. Ma a quei tempi un ventino era ancora un piccolo patrimonio per una mendicante e per un ragazzino. Temeva a tal punto gli elogi e i ringraziamenti di cui la poveretta l'avrebbe sommerso e l'attenzione che un simile gesto avrebbe risvegliato che decise di cambiare il ventino. Poi regalò alla mendicante un pezzo da due centesimi, corse intorno al caseggiato e tornando dalla parte opposta le regalò altri due centesimi, e così per dieci volte; insomma le diede tutti i venti centesimi, non ne tenne per sé neanche uno, e infine scoppiò in singhiozzi, esausto per lo sforzo che questo gesto gli era costato.
Penso che sia la favola più bella che abbia mai udito, e quando l'ho letta mi sono riproposta di non dimenticarla più per il resto della mia vita.

>> Milena l'amica di Kafka >> Margarete Bubber-Neumann

giovedì 10 settembre 2009

son già 2 volte che quando vedo una mia amica lei mi racconta che ha assalito la zucca col batticarne.
son già 3 volte che un'altra mia amica mi racconta che mentre lei è andata a far pipì la figlia di 1 anno si è arrampicata sul letto a castello.
non sono messa molto bene ultimamente.