lunedì 24 maggio 2010

Vanno capiti, alle volte


Se solo il mondo mi stesse a sentire troverei le parole giuste per farlo saltare in aria questo tappo puzzolente di vite applicate sulla sedentarieta' dei neuroni.
Conducono una vita costruita sulla paura.E il peggio è che hanno paura di tutto.E per un assurdo contorcimento mentale cercano di vincere la paura col sommo obbiettivo di comprarsi una casa al mare ed una in montagna. E fino a quando non hanno raggiunto quest'obbiettivo soffrono come cani terrorizzati come se si facesse loro del dolore fisico.
Non c'è filosofia di vita piu' strampalata di questa. A confronto , la mia vita cosiddetta sgretolata possiede la potenza la linearita' e la coerenza della vita del papa o di quella di un monaco tibetano.Ma vaglielo a spiegare a questi ottusi che conoscono a menadito solamente tutti i movimenti degli ultimi sei anni del loro conto corrente.
La loro soddifazione sta tutta nel possedere in tasca il libretto degli assegni vicino al cazzo perennemente moscio. Così quando vai allo stadio ed hai la fortuna di assistere alla partita dalla tribuna d'onore li osservi e pullulano di queste teste di cazzo senza pullover.
Tuttavia, li si potrebbe pure capire. Si nuota boccheggiando con la paura atroce di finire sotto un ponte a vivere di accattonaggio e si registra sempre con un lieve sorriso di soddisfazione che questa ipotesi è stata scongiurata.
La propria somiglianza al prossimo tuo non del tutto in difficoltà si capisce che per taluni è un traguardo. Vanno capiti, alle volte.

>> Hanno tutti ragione >> Paolo Sorrentino

devo fuggire con accanimento sistematico


E’ il mare non è una distrazione adeguata. Ti fa precipitare nel pensiero, che invece devo fuggire con accanimento sistematico. Devo solo distrarmi. La distrazione. La massima invenzione dell’essere umano per tirare avanti. Per fingere di essere quello che non siamo. Adatti al mondo.

>> Hanno tutti ragione >> Paolo Sorrentino

ecco..non avrei dovuto prenotare al mare

venerdì 14 maggio 2010

io non so


La volta che un calabrone entrò in cucina non feci neppure in tempo ad afferrare l'acchiappamosche che il nostro ospite già strillava:-No, la prego-, per poi andare alla finestra e rimettere la bestiola in libertà. Io non so, quel subdolo bastardo riusciva ad aprire un barattolo di aspirina a prova di bambino, di quelli che bisogna schiacciare e girare, mantenendo la calma e senza neppure un "Cazzo, cazzo e cazzo".

>>La versione di Barney >> Mordecai Richler