martedì 30 giugno 2009

tutto in orario


..La cura del manicomio è fare le cose in orario. Svegliarsi, lavarsi, cacare, pisciare, vestirsi, mangiare, dormire. Tutto in orario. E la vita continua.

>> La pecora nera >> Ascanio Celestini

venerdì 26 giugno 2009

bisogna sempre aspettare


E d'un tratto la corrente mi porta via, e continua a trasportarmi finché andrò ad arenarmi nella morte. Tragicamente, la mia vita precipita. E con tutto ciò, in questo momento cola lentamente goccia a goccia, ora per ora, minuto per minuto. Bisogna sempre aspettare che lo zucchero fonda, che il ricordo svanisca, che la ferita rimargini, che il sole tramonti, che la noia si dissipi. Strana cesura tra questi due ritmi. Le mie giornate fuggono al galoppo, e in ciascuna d'esse languisco.

>> Una donna spezzata >> Simone de Beauvoir

giovedì 25 giugno 2009

Non capisco perché continuino a invitarmi


- Se le muore inopinatamente un ospite in casa, si guardi bene dall’avvertire la polizia. Chiami un taxi e gli dica di condurla all’ospedale con l’amico che ha avuto un malore. Il decesso verrà constatato appena arrivati al pronto soccorso e lei potrà assicurare, testimone alla mano, che il trapasso è avvenuto durante il tragitto. In questo modo la lasceranno in pace.
- Io, a dire la verità, mi sarei preoccupato di chiamare un medico, non la polizia.
- Stesso risultato. Quelli sono tutti in combutta. Se qualcuno di cui non le importa un accidenti ha una crisi cardiaca nel suo appartamento, il primo ad essere sospettato è lei.
- Sospettato di che? Se ha avuto una crisi cardiaca?
- Finché non verrà dimostrato che è stata una crisi cardiaca, casa sua sarà considerata come la scena di un crimine. Lei non potrà più toccare niente. Il suo alloggio sarà invaso dalle autorità, ci mancherà poco che non traccino la posizione del corpo con il gesso. Si sentirà a disagio. Le faranno mille domande, sempre le stesse.
- E dov’è il problema, se uno è innocente?
- Ma lei non è innocente. Una persona le è morta in casa.
- Bisogna pur morire da qualche parte.
- A casa sua, non al cinema, non in banca, non nel sonno.
Quel tale ha aspettato di trovarsi a casa sua per passare a miglior vita. Le coincidenze non esistono. Se è morto nella sua abitazione, lei c’entra per forza qualcosa.
- Ma no. Quella persona può aver provato un’emozione violenta, che non c’entra affatto con me.
- Ma ha avuto il cattivo gusto di provarla nel suo appartamento. Vada a spiegarlo alla polizia. Anche supponendo che le autorità alla fine le credano, fino a quando lei ha il cadavere in casa, quello non si tocca. Se è morto sul divano, non potrà più sedercisi. Se è trapassato alla sua tavola, si abitui a condividere i pasti con lui. Bisognerà che coabiti con un cadavere. Per cui glielo ripeto: chiami un taxi. Ha mai fatto caso, nei giornali alla formula di rito:” L’uomo è morto mentre veniva trasportato in ospedale.” Ammetterà che è buffa, questa propensione che ha la gente a morire durante uno spostamento, a bordo di un veicolo anonimo. Sì perché lo avrà capito che non deve usare la sua auto.
- Non stà un po’ esagerando con la paranoia?
- Da Kafka in poi è dimostrato: se uno non è paranoico è lui il colpevole.
- Ma allora meglio non invitare mai nessuno.
- Sono contento di sentirglielo dire. Proprio così, meglio non invitare mai nessuno.
- E noi, signore, cosa stiamo facendo?
- Siamo stati invitati, mica abbiamo invitato noi. Siamo parecchio furbi, noi. i nostri ospiti devono apprezzarci non poco, per correre il rischio che gli si venga a morire in casa…
- Lei mi sembra in buona salute.
- Si dice sembre così. Lei lo sa com’è. E’ più tardi di quanto pensiamo. Forse ci resta pochissimo da vivere. E questo poco tempo non dovremmo dedicarlo alla mondanità.
- E come mai lei è qui?
- Per una ragione identica alla sua, immagino: perché è difficile rifiutare. Una domanda meno misteriosa di quest’altra: perché i nostri ospiti ci hanno invitato?
- Parli per sé.
- Non intendo affatto mettere in dubbio i suoi pregi o quelli delle persone che abbiamo intorno. Ed è tanto più bizzarro per il fatto che tutti i presenti, individui intelligenti e che provano visibilmente una certa simpatia, se non addirittura amicizia, gli uni per gli altri, non hanno assolutamente niente da dirsi. Li ascolti.
E’ inevitabile: superati i venticinque anni, tutti gli incontri umani sono una ripetizione. Il signor tal dei tali le parla e lei pensa: “Ecco il caso 226 bis.” Che noia. So già tutto quello che mi dirà. Io sono qui stasera unicamente perché non mi va di inimicarmi i nostri ospiti. Sono miei amici, per quanto non mi interessi la loro conversazione.
- E non ricambia mai la cortesia?
- Mai. Non capisco perché continuino a invitarmi.
- Forse perché lei stesso è la migliore smentita di quanto afferma: quello che mi ha appena raccontato sulla morte, non l’avevo mai sentito.

>> Causa di forza maggiore >> Amèlie Nothomb

martedì 23 giugno 2009

è atroce


Ho finito per cedere alle loro insistenze. Avevo paura per la mia salute sempre più debole. Paura del silenzio. Avevo preso l'abitudine di telefonare a Isabelle tre volte al giorno, a Colette nel cuore della notte. Così, adesso pago qualcuno perchè mi ascolti, è atroce.

>> Una donna spezzata >> Simone de Beauvoir

lunedì 22 giugno 2009

talmente unica


Perchè non mi ama più? Bisognerebbe sapere perchè mi ha amata. E' una domanda che non ci si pone nemmeno. Anche se non si è orgogliosi, nè narcisisti, è talmente straordinario essere chi siamo, è una cosa talmente unica, che ci sembra naturale essere unici anche per un altro.

>> Una donna spezzata >> Simone de Beauvoir

una donna spezzata


Guardo le gocce d'acqua che scorrono giù per il vetro contro il quale batteva la pioggia fino a poco fa. Non cadono verticalmente, sembrano animaletti che per ragioni misteriose deviino a destra e a sinistra insinuandosi in mezzo ad altre gocce immobili, arrestandosi, ripartendo come se cercassero qualcosa. Mi sembra di non aver più niente da fare. Avevo sempre delle cose da fare; adesso, lavorare a maglia, cucinare, leggere, ascoltare un disco, tutto mi sembra inutile. L'amore di Maurice dava un'importanza a ogni omento della mia vita. Adesso è vuota. Tutto è vuoto: gli oggetti, i momenti. Io stessa.

>> Una donna spezzata >> Simone de Beauvoir

molto bello questo brano, ma a me non capita la stessa cosa, perchè il tetto è abbastanza sporgente e i vetri non si bagnano mai.

mercoledì 17 giugno 2009

vuoi venire a vedere la tv?


Il primo giorno la vidi sorridere. Subito desiderai conoscerla.
Sapevo bene che non sarebbe accaduto. Di fare un passo verso di lei, no, non ne ero capace. Aspettavo sempre che fossero gli altri ad avvicinarsi a me, ma nessuno lo faceva mai.
Era questo l'università: credere che ti saresti aperta sull'universo e non incontrare nessuno.

>> Antichrista >> Amélie Nothomb

lunedì 15 giugno 2009

mia madre


Mia madre, come mille altre, ha la mania della pulizia. E' di quelle che strillano "Cacca,cacca" quando il bambino raccoglie qualcosa d'interessante da terra e simulano di picchiare la manina che si tendeva fiduciosa per ammirare insieme il nuovo tesoro. Così i figli imparano che il mondo è fatto di merda molto prima che ne abbiano la prova provata.

>> L'ultima estate >> Cesarina Vighy

lunedì 8 giugno 2009

ho scelto il mio epitaffio


Ogni individuo ha il suo segreto che porta chiuso in sé fin dalla nascita, segreto di profumo di tiglio, di rosa, di gelsomino, profumo segreto sempre diverso sempre nuovo unico irripetibile, segreto di impronte digitali, graffito inesplicabile sempre nuovo diverso sempre unico irripetibile. Segreto di occhi azzurri, eco del segreto dello spazio segreto di occhi neri, eco del segreto della notte segreto di occhi grigi, eco di segreto di disegno di nuvole sempre dissimile, impensato segreto di occhi verdi, eco del segreto di profondità marine danzanti di alberi di corallo, alberi di sangue? Segreto di sangue pietrificato...ogni individuo ha il suo segreto...non violate questo segreto, non lo sezionate, non lo catalogate per vostra tranquillità, per paura di percepire il profumo del vostro segreto sconosciuto e insondabile a voi stessi, che portate chiuso in voi fin dalla nascita sconosciuto e insondabile a voi stessi. Ogni individuo ha il suo segreto, ogni individuo ha la sua morte in solitudine...morte per ferro, morte per dolcezza, morte per fuoco, morte per acqua, morte per sazietà unica e irripetibile. Ogni individuo ha il suo diritto al suo segreto ed alla sua morte.

Non cercate di spiegarvi la mia morte, non la sezionate, non la catalogate per vostra tranquillità, per paura della vostra morte, ma al massimo pensate - non lo dite forte la parola tradisce - non lo dite forte ma pensate dentro di voi: è morta perché ha vissuto.

>> Il filo di mezzogiorno >> Goliarda Sapienza

nè di annoiairsi


Le donne [..] tanto non corrono il rischio di rifiuti, sono già rifiutate in partenza, nè di annoiarsi perchè a casa pur con l'uomo più noioso del mondo, c'è sempre qualcosa da fare, magari il riso con le verze.

>> L'ultima estate >> Cesarina Vighy

brulica


La testa mi brulica come fosse piena di vermi. Che scambio per idee.

>> L'ultima estate >> Cesarina Vighy

le mie sono notti bianche


Tutti ad aspettare la Notte Bianca. La Notte dei morti viventi, direi io. Gli zombi che non vanno in un museo neanche se li paghi, che non leggono un libro dalle elementari, che non li tiri fuori di casa la sera perchè preferiscono addormentarsi davanti alla TV, come a un segnale misterioso, si riversano in massa nelle strade, fanno file lunghissime per vedere gli incomprensibili disegni del futuro restauro di un mosaico, assistere ad uno spettacolo che danno già da mesi, ascoltare i canti occitani ("Ma dov'è l'occitania? Mah, sarà uno di quei nuovi paesi della Russia").
Le mie sono notti bianche davvero: mi addormento alle cinque, alle sei, alle sette. Quando tento di spegnere la lampada, allo scattare della chiavetta mi si accende tutto un teatro negli occhi chiusi.

>> L'ultima estate >> Cesarina Vighy

L'ultima estate di Cesarina Vighy



Camminare eretti e parlare, due facoltà che hanno fatto della scimmia un uomo: io le sto perdendo entrambe. Restano l'inutile pollice sovrapponibile e l'insopportabile coscienza di me.

>> L'ultima estate >> Cesarina Vighy

mercoledì 3 giugno 2009

castagna appena sgusciata


mi guardava e gli occhi lucidi di castagna appena sgusciata, dal mallo verde e spinoso trasparivano luci calde d'oro e marrone...luci filtrate dalle foglie di un bosco autunnale?

>> Il filo di mezzogiorno >> Goliarda Sapienza

bisogno di esistere


[..] e questo perchè non crede in se stessa. Ma avendo nello stesso tempo bisogno di esistere, per dover prendere coscienza delle sue qualità, le deposita in un'immagine femminile che le è vicina, e lega la sua vita, il suo essere, a quest'immagine così da averne un bisogno sproporzionato ed assoluto.

>> Il filo di mezzogiorno >> Goliarda Sapienza