domenica 28 dicembre 2008

l’altra non ci crede


è buffo, non sento niente. è la fine e non sento niente. devo disabituarmi ad avere cattiva coscienza quando non sento niente, come se il dolore non avesse un passato… tutta la gente che ho conosciuto che resta e resterà nella mia memoria…finisce sempre proprio quando sta per cominciare…era troppo bello per essere vero…finalmente fuori, in città…chi sono io? chi sono diventata? la maggior parte del tempo sono troppo cosciente per essere triste. ho aspettato un’eternità che qualcuno mi dicesse una parola affettuosa. poi sono andata all’estero. qualcuno che dicesse “oggi ti amo tanto”, come sarebbe bello…devo solo alzare la testa ed il mondo s’apre davanti ai miei occhi, mi sale nel cuore…quand’ero bambina volevo vivere su un’isola, una donna sola, potentemente sola.


aspetterò davanti ad un automatico e poi verrà fuori una foto con un altro viso, così potrebbe cominciare una storia. le facce…ho voglia di vedere facce. forse trovo un posto come cameriera. ho paura di questa sera. è idiota.


l’angoscia mi fa male, perché solo una parte di me ha l’angoscia, l’altra non ci crede. come devo vivere? forse non è per niente questo, il problema. come devo pensare?…so così poco…forse perché sono sempre curiosa. talvolta penso in modo così sbagliato, perché penso come se parlassi contemporaneamente a qualcun altro. all’interno degli occhi chiusi, chiudere un’altra volta gli occhi…allora anche le pietre sono vive. stare in mezzo ai colori…i colori…le luci al neon nel cielo della sera.

>> il cielo sopra berlino >> Wim Wenders

giovedì 25 dicembre 2008

25 dicembre 2008

mi annoio

mercoledì 10 dicembre 2008

A volte ti chiamano ma hanno sbagliato numero


Per me l’amore è un puro concetto dotato di un corpo inadeguato, che passando attraverso cavi sotterranei, linee telefoniche ecc., riesce faticosamente a trovare il contatto. Una cosa terribilmente imperfetta. A volte ci sono errori di trasmissione. A volte non si conosce il numero. A volte ti chiamano ma hanno sbagliato numero. Non c’è niente da fare. Finchè vivremo in questo corpo, sarà così. Ho cercato di spiegarglielo infinite volte.
Ma un giorno lei se n’è andata.
Può darsi che io, col mio elogio dell’imperfezione, l’abbia incoraggiata.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

parole azzeccatissime oggi.e magari siamo anche d'accordo.

Il significato non importa, non c’entra


Poi, lentamente, lui alzò la testa e mi guardò in viso.
- Io farò quanto è in mio potere affinché tu possa realizzare il contatto che cerchi, - disse – Non so se ci riusciremo. Sto invecchiando e non ho più l’energia di una volta. Non so nemmeno io quanto potrò esserti d’aiuto. Quello che posso fare lo farò. Ma anche se tutto andrà bene, può darsi che tu non ce la faccia a trovare la felicità. La felicità non te la posso proprio garantire. Può darsi che nel mondo dall’altra parte non ci sia nessun posto per te. Non posso dirlo con certezza. Ma, come hai detto tu stesso poco fa, sembri un po’ irrigidito. Quando si cade in questa rigidità, è difficile tornare indietro. E anche tu non sei più tato giovane.
- Che cosa devo fare?
- Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te alle cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa per te, invece di lasciarla andare via col resto. Così ti sei consumato poco a poco. Perché? Perché lo hai fatto?
- Non lo so.
- Forse era più forte di te. O forse eri spinto a farlo da…una specie di destino, non mi viene la parola…
- Tendenza? – provai a suggerire.
- Sì , tendenza. Anche se tu ricominci da capo, e riesci a rimettere a posto la tua vita, è probabile che tu rifaccia le stesse cose. E’ una tendenza. E quando si supera un certo punto, non si può più tornare indietro. E’ troppo tardi. Anch’io non posso più aiutarti. Io posso solo fare il custode di questo posto e collegare le cose. Non ho altri poteri.
- Che cosa devo fare? – ripetei di nuovo.
- Come ti ho già spiegato, io farò di tutto per collegarti, - disse l’uomo pecora. – Ma questo da solo non basta. Anche tu devi fare la tua parte. Non puoi startene seduto a pensare. Se no non arriverai a niente. Capisci?
- Capisco, - dissi. – Ma cosa devo fare, allora?
- Danzare, - rispose. – Continuare a danzare, finché ci sarà musica. Capisci quello che ti sto dicendo? Devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perché. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c’entra. Se ti metti a pensare a queste cose, i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che si saranno bloccati, io non potrò più fare niente per te. Tutti i tuoi collegamenti si interromperanno. Finiranno per sempre. E tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno mai fermarsi. Anche se quello che fai può sembrarti stupido, non pensarci. Un passo dopo l’altro, continua a danzare. E tutto ciò che era irrigidito e bloccato, piano piano comincerà a sciogliersi. Per certe cose non è ancora troppo tardi. I mezzi che hai usali tutti. Fai del tuo meglio. Non devi avere paura di nulla. Adesso sei stanco. Stanco e spaventato. Capita a tutti. Ti sembra tutto sbagliato. Per questo i tuoi piedi si bloccano.
Alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro.
- Danzare è la tua unica possibilità, - continuò. – Devi danzare e danzare bene. Tanto bene da lasciare tutti a bocca aperta. Se lo fai forse anche io potrò darti una mano. Finché c’è musica, devi danzare!
Finché c’è musica devi danzare! fece eco la mia mente.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki


e sia chiaro che non si tratta di un ballerino.
é con l'anima che devi danzare. lo sto dicendo anche a te, che non so nemmeno se passi di qua, sì sì proprio a te, sì tu!(lo so che stai pensando non sarò mica proprio io chissà chi altri c'è prima di me, ma invece davvero lo sto dicendo anche a te)...e anche a me, a me nel domani.

E intanto invecchiavo


Era la prima volta dopo tanto tempo che mi aprivo così e parlavo francamente di me con qualcuno. Raccontai tutto con la lentezza del ghiaccio che si scioglie, impiegando tutto il tempo necessario. Gli dissi che riuscivo a mandare avanti la mia vita, ma che non arrivavo mai da nessuna parte. E intanto invecchiavo. Che ero incapace di amare davvero qualcuno, che avevo dimenticato cosa volesse dire provare quella fitta al cuore. Che non sapevo neanche io cosa cercare.

>> Dance Dance Dance >> Murakami Haruki

no io no. io no.

martedì 2 dicembre 2008

la gara é con il tempo


La gara è con il tempo, a vivere ciò che crediamo bello, a fissarlo su un supporto tecnologico: attimo fermati perché voglio capire se sei bello. Novelli Faust incerti ma risoluti, ci basta una macchina fotografica digitale per catturare e riprodurre all'infinito quello che ci piace. Perché viviamo in una società dove regna un imperativo categorico di natura estetica: compiacersi.

>> L'irrazionalpopolare >> Francesco Bonami e Luca Mastrantonio


sdeng!!!

sabato 22 novembre 2008

L’anima la si ha ogni tanto


L’anima la si ha ogni tanto,
nessuno la ha di continuo, per sempre.
Giorno dopo giorno,
anno dopo anno,
possono passare senza di lei.
A volte nidifica un po’ piu’ a lungo,
sole in estasi e paura dell’infanzia,
a volte solo nello stupore dell’essere vecchi.
Di rado ci da una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette,
quando si compilano moduli,
si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni
partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiche’ preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella,
e’ schifettosa,
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta,
gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi,
e’ presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.,
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto,
tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene
e quando sparira’ di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che
cosi’ come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei,

per qualcosa.

>> Qualche parola sull'anima >> Szymborska

che respiro ampio e libero

venerdì 21 novembre 2008

la fronte felice


la fronte felice di stare su quegli occhi, gli occhi felici di stare su quel viso, il naso la bocca il mento il collo ogni cosa di lei felice d'ogni altra cosa di lei.

>> Il barone rampante >> Italo Calvino

mercoledì 19 novembre 2008

un piccolo miracolo


Non ero triste. Dopo tutto la responsabilità era mia. Che lei avrebbe finito per allontanarsi da me, era chiaro sin dall’inizio. Lo sapevamo tutti e due. Ma speravamo entrambi in un piccolo miracolo. Che intervenisse qualcosa, anche minimo, a dare un nuovo corso al nostro rapporto. Ma naturalmente ciò non accadde, e lei se ne andò. Mi sentivo solo, ma era una solitudine già provata in passato. E sapevo che anche questa volta sarei riuscito a superarla.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

erano quasi tutte persone generose


Io non sono affatto un tipo strano.
Lo penso sinceramente.
Magari non sarò il tipico cittadino medio, ma non sono un eccentrico. Sono una persona molto normale.Straight. Dritto e preciso come una freccia. Vivo come so, e non mi preoccupo troppo di come mi vedono gli altri. E’ un problema che riguarda più loro che me.
Alcuni mi giudicano più ingenuo o più calcolatore, di quanto io sia in realtà. Pazienza. Anche come sono io in realtà, è una mia idea soggettiva. Gli altri avranno le loro ragioni. Che importa? Non è questione di malintesi, ma di modi di vedere diversi. Il mio è questo.
Detto ciò ci sono persone che riconoscono la mia “normalità” e ne sono attratte. Queste rare persone e io ci attiriamo a vicenda, come pianeti sospesi nel buio dell’universo, che una forza irresistibile avvicina l’uno all’altro, per poi allontanarli di nuovo. Mi cercano, creano un rapporto con me e un bel giorno se ne vanno. Possono essere amici, amanti, mogli. Anche nemici. Ma sempre, prima o poi, se ne vanno. Per stanchezza, disperazione, o perché le cose che avevano da dire si sono esaurite, come un rubinetto che non da più acqua. Da me ci sono due porte, una per entrare e una per uscire. Rigorosamente divise. Dalla porta d'ingresso non si può uscire, e da quella d'uscita non si può entrare. Tutti seguono questa regola. Possono variare le modalità, ma tutti finiscono per andare via. C’è chi è andato via per sperimentare nuove possibilità, chi per risparmiare tempo. Qualcuno è morto. Fatto sta che non è rimasto nessuno. Tranne me unico superstite. La loro assenza è sempre con me. Le loro parole, i loro respiri, i motivi canticchiati a bassa voce, aleggiano come polvere negli angoli di casa mia.
Ho il sospetto che l’immagine che avevano di me fosse proprio quella giusta. Per questo sono venuti tutti qui da me e per questo alla fine sono andati via. Hanno riconosciuto in me una certa integrità, il mio impegno per mantenerla. Hanno cercato di parlare con me, di aprirmi il loro cuore. Erano quasi tutte persone generose. Ma io non sono riuscito a dar loro niente, o troppo poco, nonostante i miei sforzi. Ho fatto quel che ho potuto. Anch’io cercavo qualcosa in loro. Non ha funzionato, e così se ne sono andate.
Inutile dire che è stato doloroso.
Ma la cosa più dolorosa era il fatto che loro lasciassero la mia casa più tristi di quando erano arrivate.
Come se nel frattempo qualcosa in loro si fosse logorato. Me ne rendevo conto.E’ strano, ma ne uscivano sempre più segnate di me. Perché? Perché alla fine rimanevo sempre solo? Perché alla fine le mie mani stringevano solo ombre? Non so dirlo.
La solita cronica insufficienza di dati.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

una persona immaginaria


Proverò a parlare di me. A presentarmi con parole mie. L'ho fatto tante volte quando ero a scuola. Ognuno di noi a turno doveva mettersi di fronte alla nuova classe e presentarsi. Era una cosa che odiavo. O meglio, più che odiarla non ne vedevo il senso. Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza? Proprio come quando uno non riconosce la propria voce incisa su un registratore, mi chiedevo sempre se l'immagine che percepivo di me stesso non fosse un'immagine distorta che mi ero fabbricato su misura. Ogni volta che ero costretto a presentarmi davanti alla classe, mi alzavo in piedi con una sensazione di disagio. Mi sembrava di essere un truffatore. Per questa ragione cercavo sempre di dire solo fatti oggettivi, evitando interpretazioni o commenti: Ho un cane, mi piace nuotare, non mi piace il formaggio eccetera.. Malgrado ciò provavo lo stesso la sensazione di star parlando dei fatti immaginari di una persona immaginaria. Anche quando ascoltavo gli altri, mi sembrava che parlassero tutti di qualcuno che non erano loro. Tutti vivevano respirando l’aria irreale di un mondo irreale.
Comunque ci proverò lo stesso. Cominciando dall’inizio. Adesso il formaggio mi piace. Non mi ricordo quando ma a un certo punto ha cominciato a piacermi. Il mio cane fu colpito da un acquazzone nell’anno in cui entrai alle medie, e morì di polmonite. Da allora non ho mai più posseduto un cane. Nuotare mi piace ancora..
Fine.

Ma le cose non finiscono così semplicemente. Quando uno cerca qualcosa nella vita (esiste qualcuno che non lo faccia?) la vita gli richiede più dati. Per tracciare un quadro preciso, occorrono molti più elementi. Altrimenti non ottieni risposta.
Risposta impossibile causa insufficienza dati. Premere il tasto “Annulla”.
Premo il tasto “Annulla”. Lo schermo diventa bianco. I miei compagni di classe cominciano a lanciarmi oggetti. Avanti continua a parlare! Il professore aggrotta le sopracciglia. Io resto impietrito davanti alla lavagna, incapace di andare avanti.
Cercherò di parlare. Se non lo faccio, non si comincia. Parla con calma, mi dico, senza fretta. Se quello che dirai è giusto o no, lo vedremo dopo.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

una linea

vorrei tracciare una bella linea di divisione su questa pagina. da un lato tutto quello che credevo io. da un lato tutto quello che è. iniziare a scrivere nel nuovo. senza guardare più indietro. senza domandarmi se si può salvare qualcosa. se qualcosa è stato vero per davvero. se davvero ha contato. non importa. solo ora l'ho capito. non volto pagina. ma traccio una linea. che vorrei non passare mai più.

martedì 18 novembre 2008

forte

Ho fatto una cosa pazzesca. pazzesca. che non avrei mai immaginato di fare. e soprattutto in quel contesto. così assurda che quando mi è tornata in mente mi è sembrata irreale. e mi son chiesta se non mi fossi confusa con un sogno. ho fatto una cosa che se fosse nella sequenza di un film, una parte del pubblico si chiederebbe cosa abbia mai voluto comunicare il regista con quella scena. e un’altra parte direbbe che è una scena assurda che stona con tutto il resto. ma forse qualcuno capirebbe l’ostinazione, l’irruenza e la forza di quel gesto. e la soddisfazione. capirebbe che passa anche di lì, la strada di una persona che si sta cercando. capirebbe che si tratta di una persona imprudente impulsiva volitiva, pazza? forte? sembrerei pazza? sembrerei forte? mi piacerebbe molto sembrare forte. Mi piacerebbe molto non sembrare pazza, senza ombra di dubbio. Ho fatto una cosa pazzesca che non dirò mai a nessuno. promesso a me stessa.

però vorrei dirmi di aver fatto una cosa forte.

lunedì 17 novembre 2008

tutto louniverso obbedisce all'amore?


Rara la vita in due fatta di lievi gesti,
e affetti di giornata, consistenti o no,
bisogna muoversi come ospiti pieni di premure,
con delicata attenzione per non disturbare
..
Ed è in certi sguardi che si vede l’infinito

Stridono le auto come bisonti infuriati
le strade sono praterie, accanto a grattacieli assolati
come possiamo tenere nascosta la nostra intesa
ed è in certi sguardi che si intravede l’infinito

Tutto l’universo obbedisce all’amore,
come puoi tenere nascosto un amore,
ed è così che ci trattiene,
nelle sue catene,
tutto l’universo obbedisce all’amore…

Come possiamo tenere nascosta la nostra intesa
ed è in certi sguardi che si nasconde l’infinito


Tutto l’universo obbedisce all’amore,
come puoi tenere nascosto un amore,
ed è così che ci trattiene,
nelle sue catene,
tutto l’universo obbedisce all’amore…
..obbedisce all’amore

>> tutto l’universo obbedisce all’amore >> Franco Battiato

oggi ho scoperto che devo farmi questo bel regalo.

venerdì 14 novembre 2008

contorta


Sembrava risentita con se stessa per essersi illusa, per essersi fidata di lui. Assaf le spiegò con precisione quello che doveva fare.Cercò di parlare in modo assennato e razionale, ma si rese conto che lei aveva innalzato un muro e lui non sapeva come fare per valicarlo. Non capiva nemmeno come potesse ancora dubitare delle sue intenzioni dopo la notte precedente. La guardò con stizza, con disperazione, rendendosi conto che la parte oscura e contorta del suo carattere aveva preso il sopravvento e lei si abbandonava con incomprensibile piacere all'invasione dei topi. Capì che ,a parole, non sarebbe mai riuscito a convincerla.

>> Qualcuno con cui correre >> David Grossman

Tutto quello che vorrò?


"Tutto quello che vorrò?" sorrise, e il suo cuore fece una capriola

>> Qualcuno con cui correre >> David Grossman

occhi


Il mondo era negli occhi dell'altro. Tamar si avvicinò ad Assaf, lo guardò assorta, dimentica di se stessa, come se attingesse qualcosa dai suoi occhi, dal suo viso, dal suo corpo.

>> Qualcuno con cui correre >> David Grossman

giovedì 13 novembre 2008

metamorfosi

ecco un pesce nella rete che si dimena.
nella disperata speranza di trovare uno strappo per sfuggire,
o nella forsennata follia di riuscire a creare uno strappo,
o nella consapevolezza codarda di durare un po' meno,
o perché non posso fare altro,
da quando ho smesso
di essere uno scarafaggio che si finge morto.

mercoledì 5 novembre 2008

un mutamento


Nella vita, qualunque cosa venga realmente accettata, subisce poi un mutamento. Così la sofferenza deve diventare Amore. Questo è il mistero. Questo io debbo fare. Io debbo, da un amore esclusivo, salire ad un amore più grande. Io debbo dare a tutta l’umanità ciò che diedi a lui solo. L’agonia presente passerà, se non uccide. Ma non durerà. Io sono, ora, come una creatura cui sia stato divelto il cuore violentemente…ma… sopporta…sopporta! Come nel mondo fisico, così in quello spirituale, la sofferenza non deve durare eterna. Tuttavia è terribilmente acuta, ora. E’ come se si fosse verificato un avvenimento spaventoso. Se riesco a dimenticare la scossa, a non riviverne più tutto l’orrore, a non ricominciare sempre da capo, diverrò più forte.

>> Diario >> Katherine Mansfield

martedì 4 novembre 2008

quanto a lungo puoi durare?


E I TAMBURI STANNO ZITTI
E LA GRANCASSA TACE
MA I TUOI BAMBINI NON LO SANNO
E CONTINUANO A GIOCARE
chiudi gli occhi e non sai quanto
quanto a lungo puoi durare
chiudi gli occhi e..

>> il gigante e il mago >> da solo >> vinicio capossela

..E BASTA.

lunedì 3 novembre 2008

sguazzarvici


E sapeva, non si era illuso nemmeno per un istante, che lei probabilmente non temeva quei pensieri e nemmeno li fuggiva. A differenza di lui, che gettava un'occhiata e scappava via, ci ripensava e poi se ne dimenticava. Lei dava voce a quelle sensazioni, parlava delle schiere di topi come di vecchie conoscenze. A volte perfino con un sorriso. Assaf aveva quasi l'impressione che Tamar provasse uno strano piacere a sguazzarvici. E quando vide la pagina in cui aveva scritto
cento volte, come per castigo la parola "anomala", gli venne voglia di cancellarla con una grande X e scriverci sopra "rara"

>> Qualcuno con cui correre >> David Grossman

giovedì 30 ottobre 2008

autoritratto #1

mi piacciono le albicocche. questo lo so. mi piace aprirle a metà togliere il nocciolo e spremerle spatacciando la polpa matura, vedere le sfumature l’arancio più caldo al centro, e intanto sentirne il profumo, mi piace quando mi lasciano quasi il solletico in gola.

mi piacciono le castagne. mi piace avere idee nuove. mi piace non farmi condizionare. mi piace quando una cosa devo farla per forza se no non ho pace. non mi piacciono i conoscenti. mi piace il mio istinto. mi piace dormire al sole.mi piacciono gli occhi quando sembra che ardano.mi piacciono i libri scritti in prima persona.mi piace Parigi, soprattutto quando è nuvoloso.mi piace il suono della fisarmonica. odio le costrizioni, le regole stupide, le soluzioni sbrigative.mi piacciono i vestiti a righe dai colori impossibili, la musica gitana. mi piace chi è goffo instabile sbilanciato. mi piace la pancia. mi piace il vento. mi piacerebbe vivere sola in un bilocale a milano, arredato ikea. mi piacerebbe che mi riuscisse una torta. mi piace chi sa fare le cose per se. mi piacerebbe essere indaffarata, ma son troppo pigra. mi piace la prima impressione. non mi piace il caffè ma mi piace averne bisogno. mi piace dare. non sopporto che prendano. odio la paura.

mon devoir

come è difficile per me scoprire qualcosa di me.
com’è difficile per me dare giudizi.
allora adesso, per compito, faccio entrambe le cose.
ho visto questo film. La classe entre les murs..ha vinto a Cannes. mi è piaciuto? non direi. lo consiglierei? no, cercherei di mettere in guardia sul fatto che non c’è una storia che si sviluppa, che non emergono sentimenti forti, che non è coinvolgente, che si tratta più di un documentario sulle scuole di frontiera. (wow che brava che son stata e poi tanto sarà già sceso)
però mi ha lasciato qualcosa.
il professore ha dato ai suoi ragazzi il compito di fare un autoritratto di sé, descrivendo chi sono attraverso ciò che gli piace e non gli piace.
e per brevi o lunghi che fossero, gli autoritratti, smozzicati o teneri, impostati o imbarazzati pareva davvero venisse fuori qualcosa di unico.
la paura è sempre quella. quella che non ci descrivano completamente. ed anche quell’altra, che ci incasellino senza la possibilità di cambiare.
ma voglio provarci.
(oh quante storie per scrivere due cavolate sul mi piace o non mi piace. e allora? Ligabue Frida Kahlo o Vincent Van Gogh come si saranno sentiti col pennello in mano a fare il loro autoritratto?)

mercoledì 29 ottobre 2008

dove sparisci?


Aveva un metodo tutto suo per isolarsi, che faceva uscire sua madre dai gangheri.
"dove sparisci quando fai così?", "come così?", "quando hai quella faccia imbambolata e gli occhi vitrei, come un pappagallo".

>> Qualcuno con cui correre >> David Grossman


già..dove sparisco? ma soprattutto perchè?

lunedì 20 ottobre 2008

quali scelgo?

GRAZIE A TUTTI

chi si é lasciato cadere sul fondo


Dove vanno a finire i calzini
quando perdono i loro vicini
dove vanno a finire beati
i perduti con quelli spaiati
quelli a righe mischiati con quelli a pois
dove vanno nessuno lo sa

Dove va chi rimane smarrito
in un'alba d'albergo scordato
chi é restato impigliato in un letto
chi ha trovato richiuso il cassetto
chi si butta alla cieca nel mucchio della biancheria
dove va chi ha smarrito la via

Nel paradiso dei calzini
si ritrovano tutti vicini
nel paradiso dei calzini..

Chi non ha mi trovato il compagno
fabbricato soltanto nel sogno
chi si é lasciato cadere sul fondo
chi non ha mai trovato il ritorno
chi ha inseguito testardo un rattoppo
chi si é fatto trovare sul fatto
chi ha abusato di napisan o di cloritina
chi si é sfatto con la candeggina

Nel paradiso dei calzini..
nel paradiso dei calzini
non c'è pena se non sei con me

Dov'è andato a finire il tuo amore
quando si é perso lontano dal mio
dov'è andato a finire nessuno lo sa
ma di certo si troverà là..

Nel paradiso dei calzini
si ritrovano uniti e vicini
nel paradiso dei calzini
non c'è pena se non sei con me
non c'è pena se non sei con me


>> il paradiso dei calzini >> da solo >> vinicio capossela


un regalo inaspettato..che mi ha trovata impreparata,
anchilosata nel ricevere..già altre volte erano affiorati i preoccupanti sintomi dell'aMecipensodaMe.
un regalo denso. una bevanda calda che mi scioglie un pò, una tazzona di poesia da assaporare.

grazie

a chi me l'ha fatto trovare nella cassetta della posta.


p.s. anche voi che passate di qua in cerca dei calzini di vinicio..per favore votate al sondaggio ;-)

mercoledì 15 ottobre 2008

pregustando

pag.7 "Io e la mia ombra ci siamo messi in cammino"
pag.362 [..]e Tamar pensò che non aveva mai incontrato nessuno con cui si sentiva tanto bene tacendo.

in mezzo:

tra il prendere e il lasciare


Tempo fa riflettevo. Cosa fa un corpo per mantenersi in vita? Due cose
solo. Mangia e fa la cacca. È semplice. Ma andiamo avanti e meditiamo.
In buona sostanza la differenza tra quello che abbiamo mangiato e la
cacca che abbiamo fatto siamo noi. Capito? Siamo solo uno stupido resto.

Il netto rimasto tra il prendere e il lasciare.


>> Sola come un gambo di sedano >> Luciana Littizzetto

martedì 14 ottobre 2008

oggi

oggi sono OTTIMISTA,
penso che la vita possa riservarmi ancora un sacco di cose mErAvIgLiOsE,
ad esempio..potrei diventare un'alcolizzata.

lunedì 13 ottobre 2008

hai voglia?


L' angoscia che dà una pianura infinita? Hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla? Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia, un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita, non siamo né un giorno né vita..



Non siamo la polvere di un angolo tetro, né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano, non siamo, non siamo, non siamo...
Si fa a strisce il cielo e quell' alta pressione è un film di seconda visione,
è l'urlo di sempre che dice pian piano:
"Non siamo, non siamo, non siamo..."


>> quello che non >> Francesco Guccini


perciò di che ti preoccupi?

domenica 12 ottobre 2008

postumi da concerto


Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza...
Le porte dell'estate dall' inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?

>> Un Altro Giorno E' Andato >> Francesco Guccini



Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

>> Vedi cara >> Francesco Guccini




Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino,
le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino,
ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta,
non ho utopie da realizzare: stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta...
Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina,
ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima.
Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio,
il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perchè è storia, sarà forse perchè invecchio...

>> Canzone Delle Osterie Di Fuori Porta >> Francesco Guccini

venerdì 10 ottobre 2008

stasera, concerto


Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso di un rabbuiarsi e del tuo gioire ;
vorrei tornare nei posti dove son stato
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
per farmi da te spiegare co'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l'universo.
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
o il mare di una remota spiaggia cubana
o un greppe dell'appennino dove risuona
fra gli alberi un'usata e semplice tramontana
e lo vorrei...
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei
ed io
Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare parlare parlare parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
Vorrei cantare il canto delle tue mani
giocare con te un eterno gioco proibito
che l'oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all'infinito.
e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei
ed io


>> Vorrei >> Francesco Guccini


ma non oso più dirtelo. non portarmi via anche questo.

giovedì 9 ottobre 2008

voglio un pò di poesia


Solo i pazzi sanno amare
non fanno indagini sul cuore
non si chiedono se è giusto o no sognare

Solo i pazzi sanno andare
li dove il tempo è un illusione
sanno che l'eternità è una stagione

noi siamo qui così delusi annoiati
inconsolabili perchè io sò che
solo i pazzi sanno dare
quel che ho perso con te
la voglia di giocare
non è giusto che tu chiami amore questa malinconia
voglio un pò di poesia

solo i pazzi sanno amare
ma senza limiti e paure
non confondono una lacrima col mare


>> grazia di michele

chi l'avrebbe mai detto é?

mercoledì 8 ottobre 2008

il piccolo chimico

c’è qualcuno che si diverte
c’è qualcuno che si diverte a fare esperimenti
c’è qualcuno che si diverte a fare esperimenti sulla mia pelle
c’è qualcuno che si diverte a fare esperimenti sulla mia pelle, anzi 4 cm più sotto.
e poi magari non si diverte neanche

lunedì 6 ottobre 2008

né titoli né cartelli né segnali >> Gli effetti secondari dei sogni >> delphine de vigan


Nei romanzi ci sono dei capitoli per distinguere i momenti, per mostrare che il tempo passa e la situazione si evolve, qualche volta ci sono anche delle parti con titoli carichi di promesse, "L'incontro", "La speranza", "La caduta", come nei quadri. Ma nella vita non c'è niente, né titoli né cartelli né segnali, niente che indichi attenzione pericolo, smottamenti frequenti o delusione imminente. Nella vita siamo soli coi nostri vestiti, peggio per noi se sono strappati.

>> Gli effetti secondari dei sogni >> delphine de vigan

che titolo dare a questi giorni?
quanto durerà questo capitolo?
il coraggio e la capacità di dargli un nome e di scriverlo non ce li ho, ma vorrei..vorrei.
vorrei trovare il nome giusto e un pennarello gigante e indelebile per scriverlo nel cielo sulle nostre teste, in modo che sia chiaro a tutti, in modo che lo leggiamo e ce lo ricordiamo, che sappiamo come comportarci, che tutti sappiamo qual'è la nostra parte, il nostro ruolo e quello che ci si può aspettare da noi, quasi non ne fossimo responsabili, colpa dell'autore.
vorrei che questa trama avesse uno scopo, che ci fosse la garanzia che qualcuno l'ha già pensata, finale compreso, che tutto fosse giustificabile e concorra a dire era questa era la nostra storia.
invece il titolo non son certa che sia quello giusto e lo scrivo con la matita nel palmo della mia mano, e poi stringo il pugno.
e poi cosa c'è scritto in questo capitolo? osservo le parole da vicino, sono più alte di me, non le riconosco, é un labirinto, inciampo nelle virgole e soprattutto piango e scappo davanti ai punti esclamativi, l'unica pace, la trovo rannicchiandomi su una parola sbiadita che non si legge più, e non so più cos'era.

venerdì 26 settembre 2008

non la smetti mai? >>Gli effetti secondari dei sogni


nella vita c'è qualcosa di fastidioso, qualcosa contro cui non di può nulla: è impossibile smettere di pensare. quando ero piccola ci provavo tutte le sere, allungata sul letto, cercavo di fare il vuoto assoluto, scacciavo le idee una dopo l'altra, prima ancora che diventassero parole, le sterminavo alla radice, le annullavo all'origine, ma m'imbattevo sempre nello stesso problema: pensare di smettere di pensare è ancora pensare. e contro questo non si può fare nulla.
un giorno ho cercato di sottoporre il problema a No, mi sono detta che con tutto quello che aveva passato forse aveva trovato una soluzione, un modo per aggirare l'ostacolo, lei mi ha guardato con aria beffarda:
"non la smetti mai?"
"smettere cosa?"
"di pensare."
"bè, no, è quello che sto cercando di spiegarti, infatti, se ci pensi, non è proprio possibile."
"invece si, quando dormi."
"ma quando dormi si sogna..."
" devi fare come me, io non sogno mai, fa male alla salute."

>> Gli effetti secondari dei sogni >> delphine de vigan


qualche altro trucco?

giovedì 25 settembre 2008

vero Lou? Gli effetti secondari dei sogni


Una volta mi sono seduta accanto a lei sul letto, si è girata verso di me e mi ha detto: così adesso noi due stiamo insieme?
Ho risposto di sì, non sapevo bene cosa significasse per lei, stare insieme,
è una cosa che chiede spesso: stiamo insieme, vero, Lou?
Adesso lo so. Significa che niente ormai potrà più separarci, è come un patto fra noi, un patto che non ha bisogno di parole.

>> Gli effetti secondari dei sogni >> Delphine de Vigan

martedì 23 settembre 2008

frequentazioni

ci frequentiamo ormai da 4 giorni.

quando stasera rientrerò so che lui sarà là ad aspettarmi.
è il mio buon motivo, per tornare.
ci piace guardare la TV insieme.

io e lui stiamo inesorabilmente diventando una cosa sola.

e ancora..

anche oggi!
non è eccitante?

martedì 16 settembre 2008

sono ancora viva

nel caso qualcuno se lo stesse domandando.

nel caso io stessa me lo stessi domandando.

sono ancora viva?
sì, sì tranquilla, sono ancora viva.


ma più che domandarmelo me lo rammento.
quando giro in macchina che ho un po' di tempo per pensare..mi dico
bè per ora, sono ancora viva.
e stop fine dei pensieri, esaurito il campo dell'esplorazione del mio io, non mi serve altro per tirare avanti.

giovedì 28 agosto 2008

sgomento in cucina

casa vuota. un pezzo di carta sul tavolo. spesso ci si parla così. ritmi diversi, finalmente trentanni di distanza.
due righe.



TORNO PER CENA

SONO FELICE

mercoledì 27 agosto 2008

il più bel regalo



"per guardare un tramonto ci vogliono almeno cinque minuti di silenzio. altrimenti non lo vedi. altrimenti te lo perdi. cinque minuti in cui non pensare a niente e a nessuno. solo concentrarti sul tramonto. sui suoi tempi e i suoi colori. sembra facile. ma non lo è affatto. é un movimento continuo. e l'intensità dell' arancio é percepibile solo quando alzi gli occhi sul blu che lo sovrasta. ho guardato questo tramonto per te stasera. perché una piccola distrazione, solo una però, il tramonto te la concede."

sabato 26 luglio 2008

io dico settanta


oggi é il mio compleanno.



- Questo è un metro, cento centimetri.
- Cento centimetri.
- Oggi è il tuo compleanno, auguri.
- Grazie.
- Però, è parecchio che non fai un film.
- E ma sono successe cose più importanti, è nato Pietro...
- Si, si, si. Però cerca di stringere. Quanti anni è che vuoi vivere? Settanta, settantacinque?
- Ottanta.
- Ottanta, allora tolgo venti, e questo è ottanta, oggi compi quarantaquattro anni, quindi devo andare fino a qua, ecco guarda questo è quello che resta.... auguri è comunque.
- Come... (ma no ottanta, che stupido, che senso ha ottanta, volevo dire novantacinque, novantacinque anni volevo dire... mi ha preso in contropiede. Ottanta meno quarantaquattro... ottanta meno quarantaquattro...)

>> Aprile >> Nanni Moretti

confermo settanta.

mercoledì 23 luglio 2008

a spasso in mezzo al mare


beccheggia bagnarola
solo la rotta ormai ci consola
a spasso in mezzo al mare
senza un messaggio da riportare
stregati sotto vetro
niente più ci riporta indietro
solo gli occhi di una sirena
con la coda di una balena

canzone a manovella

canzone a manovella...
per la coda della mia bella
serenata marinata
per la notte che se n'è andata
serenata di capodoglio
per il mio cuore chiuso sott'olio
a spasso in mezzo al mare
senza un messaggio da riportare
solo per gli occhi di una sirena
con la coda di una balena


>> canzone a manovella >> Vinicio Capossela


dedicata a me. e alla mia coda da balena. una volta tanto un pò di vanità.

lunedì 21 luglio 2008

da qui a lì


non riesco ad andare: da qui a lì.

mercoledì 16 luglio 2008

come si porta un maglione sformato su un paio di jeans


E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino;
e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.

Era facile vivere allora ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell'epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d'avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d'avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.

"The triangle tingles and the trumpet plays slow"...

Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me...

>> Farewell >> Francesco Guccini

ieri sera tornando a casa in macchina ho risentito questa nostra canzone..
..era facile vivere allora.

martedì 15 luglio 2008

saltare è bello quanto strisciare


preparati ad impegnarti per la tua evoluzione fino all'ultimo istante della tua vita.
[impegnarti impegnarti impegnarti, me lo ricorderò?]. Non rendere conto a nessuno, sii il tuo stesso giudice.[mmmh tutto sommato questo mi viene abbastanza bene]. Se vuoi vincere impara a perdere.[cavolo! ma come si fa?]. Non definirti mai in base a ciò che possiedi.[ed in base a ciò che non possiedi? "quello che non ho..", "il mio non ho é pieno di vitalità"].Non parlare mai di te senza concederti la possibilitâ di cambiare.[un bel sollievo!]. Non pensare di esistere individualmente: ciò che fai si fa. Solo accettando che nulla è tuo sarai padrone di tutto.Mutati in un'offerta totale.[totaletotaletotale?] Dà ma non costringere a ricevere.[con un pò di buon senso]..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

>> Quando Teresa si arrabbiò con Dio >> Alejandro Jodorowsky

ci penso su.

martedì 8 luglio 2008

Have to eat them all in just one sitting


Cigarettes and chocolate milk
These are just a couple of my cravings
Everything it seems I likes a little bit stronger
A little bit thicker, a little bit harmful for me

If I should buy jellybeans
Have to eat them all in just one sitting
Everything it seems I likes a little bit sweeter
A little bit fatter, a little bit harmful for me

And then theres those other things
Which for several reasons we wont mention
Everything about em is a little bit stranger, a little bit harder
A little bit deadly


>> Cigarettes And Chocolate Milk >> Rufus Wainwright


..ed oltretutto,
sono una manciata di giuggiole

lunedì 30 giugno 2008

sei come un'onda


Sei come un'onda che ribatte e sbatte dentro di me
mi hai già portato al largo dove un appiglio non c'è
non posso più tornare indietro: non conosco la via
non voglio più tornare indietro e stare
senza di te, io non potrei....
senza di te, io non potrei....

Se non ci sei o non ci sarai
la nebbia fitta scenderà
la pioggia spegnerà i colori
la notte buia calerà
oscurerà luci e colori
le mie emozioni quelle no
spero di no......
Sei come un'onda che ribatte e sbatte dentro di me
mi hai già portato al largo dove un appiglio non c'è
non posso più tornare indietro: non conosco la via
non voglio più tornare indietro e stare
senza di te, io non potrei....
senza di te, io non potrei....
Non posso più tornare indietro e stare senza di te,
Non voglio più tornare indietro e stare senza di te,
Non posso più tornare indietro e stare senza di te,
Non voglio più tornare indietro e stare senza di te,
Non voglio più tornare indietro e stare senza di te,
io non potrei....
Non voglio più tornare indietro e stare senza di te
.

>> Lunapop

non l'avessi sentita in radio stamattina..
proprio stamattina

giovedì 26 giugno 2008

si putesse dicere


Ah... si putesse dicere
chello c' 'o core dice;
quanto sarria felice
si t' 'o sapesse dì!

E si putisse sèntere
chello c' 'o core sente,
dicisse: «Eternamente
voglio restà cu te!»

Ma 'o core sape scrivere?
'O core è analfabeta,
è comm'a nu pùeta
ca nun sape cantà.

Se mbroglia... sposta 'e vvirgule...
nu punto ammirativo...
mette nu congiuntivo
addò nun nce 'adda stà...

E tu c' 'o staje a ssèntere
te mbruoglie appriess' a isso,
comme succede spisso... e addio Felicità!


>> Eduardo de Filippo

martedì 24 giugno 2008

mai veramente >>E lasciamole cadere queste stelle >> Filippo Timi


Io non ho mai veramente amato nessuno.
Eccomi, senza patria né lavoro, né arte ne casa, né chiesa né cimitero.
La mia faccia ha il colore di quelle palline di pongo senza colore.
Ho talmente maciullato i sentimenti con le bugie e le paure che oramai conosco solo un colore che non assomiglia a niente
Un marrone viola grigio rosa verdino nero.
Mostruoso.
Ecco, il mio animo prova un sentimento di questo colore.

>> E lasciamole cadere queste stelle >> Filippo Timi


Questo pezzo m’inquieta, mi sorprende e mi spaventa.
In ogni frase deve esserci nascosta una domanda a cui non so rispondere…

Come potrò mai vivere con addosso un sentimento di quel colore?

giovedì 19 giugno 2008

è una delle qualità >> Tu più di chiunque altro >> Miranda July


Ma come l’edera, cresciamo dove c’è spazio per noi. E lei sembrava avere spazio per me; non mi mollava mai, nelle pause che glielo avrebbero consentito. Non faceva mai domande, ma non si tirava nemmeno indietro. E questa è una delle qualità che cerco in una persona, non tirarsi indietro c’è gente che ha bisogno che le si srotoli un tappeto rosso sotto i piedi per incamminarsi verso l’amicizia. Non vedono le piccole mani tese tutt’intorno, come foglie sugli alberi.

>> Tu più di chiunque altro >> Miranda July

martedì 17 giugno 2008

sabbia nera

sono uno scarafaggio. quando accendi la luce si ferma il tempo, mi immobilizzo,
non mi muovo, non respiro, fingo. non sono qui. non sono io.

mi vedi lo stesso vero?
non lo vedi che sono morta?

dentro ho così tanta paura. vai via vai via vai via .
mi vedi ancora qui? mi concentro a fare meglio. ho paura.
fuori il tempo è fermo. sto così per sempre, promesso. mi illudo. vai via vai via vai via.

non basta vero?
lo so. dentro il tempo scorre. lo so che non basta. e inizio a corrodermi da dentro. mi lascio sfuggire nel silenzio come una lenta valanga, mi sfaldo, mi sgretolo, divento sabbia. sabbia nera. sono la sabbia della mia clessidra che cerca una fessura in cui scolare. via.
per non essere più rigirata.



sono un sasso sulla fionda di un bambino. pronto al lancio.
spero che non abbia un gesto maldestro che mi schianti subito sul greto.
vorrei accorgermi di volare. vorrei quel tempo lì.

giovedì 12 giugno 2008

guardai >> Tu più di chiunque altro >> Miranda July


Guardai fuori dal finestrino in cerca di altri passeggeri innamorati del loro autista, ma eravamo tutti dei dissimulatori, fingevamo noia e speravamo nel traffico.

>> Tu più di chiunque altro >> Miranda July

mercoledì 11 giugno 2008

adesso >> Paesaggio con fratello rotto - Fango che diventa luce >> M. Gualtieri

- Che cosa volete da me?
- Vogliamo sapere perché tu non giochi.
- Ma io cosa c’entro?
- Se tu non giochi, i morti si svegliano, non hanno più pace. Non sei solo, la tua gioia riguarda tutto il mondo, non puoi chiudere gli occhi. Pensa agli alberi appena nati: anche loro hanno bisogno di luce. Pensa agli ermellini che pattinano sulla neve e debbono fermarsi per colpa tua. Pensa al cervo che stava per uscire dal bosco e ora deve fermarsi, impigliato al ramo. Non chiedere mai nulla che sia meno della gioia.
- Presto sarò felice, ve lo giuro, prestissimo
- Tu rimandi sempre. Troppe volte ci ha ingannati, troppe volte. Il cielo e il mare non possono più fare dei sacrifici per te. Adesso entra in questa ferita
- Ma non ci riuscirò
- Ci riuscirai
- Ma non sono ancora pronto
- Non è questione di tempo
- Debbo aspettare il mio momento
- Ma non vedi che sono io il tuo momento? Io, che mi faccio ferire.


>> Paesaggio con fratello rotto - Fango che diventa luce >> Mariangela Gualtieri

domenica 8 giugno 2008

deve ascoltare per legge >> Tu più di chiunque altro >> Miranda July

Se siete tristi, chiedetevi perché siete tristi. Poi alzate il telefono, chiamate qualcuno e comunicategli la risposta. Se non conoscete nessuno, chiamate l'operatore e raccontatelo a lui, o a lei. La maggior parte della gente non sa che l'operatore deve ascoltare, per legge. E c'è dell'altro: il postino non può entrare in casa vostra, ma voi gli potete parlare sul suolo pubblico fino a quattro minuti o fin quando lui vuole andarsene, a scelta.

>> Tu più di chiunque altro >> Miranda July


mmm seconda pagina..e già..beh, ecco io,..,l'ho fatto subito.
ma il mio qualcuno era a monosillabi, aveva gente in casa, e io non ce l'ho fatta a sparargliaraffica la mia risposta. e l'operatore?..non ho potuto..per la delusione non ricordavo più il numero.

inseguire Daisaku Ikeda

Sento di aver fatto qualcosa di creativo quando mi dedico con tutto il cuore a qualcosa e lotto senza riserve fino alla fine; così vinco una battaglia per crescere.
E' questione di sudore e lacrime. La vita creativa esige uno sforzo costante per migliorare i nostri pensieri e le nostre azioni. Forse la cosa importante è il dinamismo implicito nello sforzo.
Si passa attraverso tempeste e si possono subire sconfitte. L'essenza della vita creativa è perseverare nonostante le sconfitte e inseguire l'arcobaleno che c'è nei nostri cuori. L'indulgenza e l'indolenza non sono creative. Lamentele e indecisioni sono da vigliacchi e corrompono la naturale tendenza della vita alla creatività. Chi smette di lottare per la creatività si avvia verso l'inferno che ne distruggerà la vita.
Non ci si deve mai rilassare negli sforzi per costruire una nuova vita. Creatività significa aprire la pesante porta della vita. Non è una lotta facile. Anzi, può essere il compito più difficile del mondo. Aprire la porta della propria vita è più difficile che aprire le porte ai misteri dell'universo.
Ma l'atto di aprire la porta dimostra la fondatezza dell'esistenza dell'essere umano, e rende la vita degna di essere vissuta. Nessuno è più solo e infelice di chi non conosce la pura gioia di creare da solo la propria vita. Essere umano non significa solo camminare su due gambe e manifestare ragione e intelligenza: essere umano nel pieno senso della parola significa vivere una vita creativa.


>> Daisaku Ikeda

nonostante tutto


questi massi grigi,
conficcati nel terreno,
m'impediscono qualunque idea di strada,
di cammino, di orizzonte,

ed io mi aggiro tra i miei nonostante.

martedì 3 giugno 2008

anche a me stessa >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Un pensiero che non mi concede tregua: cos'è avvenuto realmente in quel primo momento? E se non avessi sorriso in quel modo? E se non mi fossi stretta nelle braccia?
Pensare che ho affascinato qualcuno in questo modo, senza fare alcuno sforzo.
Quel che gli ho dato, quel che gli ha parlato da dentro di me, quel che l'ha rigenerato, senza che io potessi saperlo, questa cosa che è dentro di me...
Lo so che esiste. Esisteva già prima di quello sguardo. Esiste ora, anche se non c'è nessuno che la guarda. E' la parte buona di me. E' impossibile distruggerla e, grazie a lei, neanche io posso essere distrutta.
Se solo potessi darla anche a me stessa.
Farla sgorgare.

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


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venerdì 30 maggio 2008

paris mon amour

giovedì 29 maggio 2008

due fogli a quadretti

eri in fila davanti a me, incantata ti guardavo chiedere libri.
che non c’erano, e non c’erano e non c’erano mai, andavano tutti ordinati..libri stranieri.
tenevi in mano la tua lista, due fogli a quadretti, un po’ strappati su un lato, chissà da dove li hai staccati, hai un quaderno?
dentro ci scorreva la tua grafia, hai usato un pennarello nero dalla punta sottile, le parole stavano sul foglio tranquille e sorridenti come se fossero a casa loro, come se non fossero in colpa di nulla, come se aspettassero qualcuno.
guardavo i tuoi jeans, la polo blu, i tuoi capelli neri , non so se avevi un braccialetto, ma sì avresti potuto.
come avrei voluto che mi raccontassi perché quei libri, come avrei voluto che mi passassi la tua lista, ho pensato alla tua casa, immaginando un tappeto turco.

forse anche tu sei uscito da te, per questo mi hai sentita, fuori da me.
e ti sei voltato avevi gli occhi un po’ sporgenti.
di corsa siamo tornati dentro.
mi hai detto: mi scusi ha dovuto aspettare, ma da dietro le persiane chiedevi piaciuto lo spettacolo? torneresti a bere una tazza di caffe caldo sul tavolo di legno alla luce gialla della mia cucina?
e io: non c’è problema si figuri, ma da dietro le persiane è stato un piacere, certo che tornerei..
..se solo potessi staccarmi.

martedì 27 maggio 2008

come sei riuscito? >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Ma ci sono anche altre possibilità: rifiutare questa tortura non collaborare. Smettere di tormentare la ferita di questa attesa.
Alla lista delle cose perdute aggiungo stamattina, col cuore pesante: libertà interiore.

Un altro giorno. Non ci sei. Non smetto di guardare il cielo. Come sei riuscito a trasformare il mondo intero in un'enorme morsa che, a poco a poco, si stringe intorno a me?

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


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qualcosa-che-non-sa

lunedì 26 maggio 2008

sfuggisse maggio


Su un ramo secco e arido
è fiorito un fiore
stanotte con timore
che gli sfuggisse maggio.

Non ci contavo ormai,
lo davo per spacciato
al mio sguardo, inutile.
Quasi l'avrei tagliato.

>> Bertolt Brecht

giovedì 22 maggio 2008

la libertà delle donne >> La bambina che non esisteva >> Siba Shakib

In queste notti Samira e Bashir parlano e parlano, si tengono per mano, si scrutano negli occhi, dormono l'uno accanto all'altra.
>> La bambina che non esisteva >> Siba Shakib


Perché lo stai dicendo proprio a me? chiede Samira.
Perché vedo che anche tu celi un gran segreto. E chiunque abbia un gran segreto da celare é degno di fiducia e saprà celare anche quelli degli altri.

>> La bambina che non esisteva >> Siba Shakib

..viviamo in un paese dove nemmeno gli uomini sono liberi. Se lo fossero, non avrebbero bisogno di prendersi la libertà delle donne.
Chi é libero non ha bisogno di negare la libertà ad altri.

>> La bambina che non esisteva >> Siba Shakib

sto cercando

cerco il posto dove stanno scritte le parole più belle del mondo..

chissà dov’è,
e chi le ha scritte,
chissà quando lo troverò?

mercoledì 21 maggio 2008

solo due>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Forse non sono davvero capace di arrivarci da sola. E forse, davvero, quelli come me, quelli che hanno bisogno di un altro che li conduca alla felicità...no, non solo alla "felicità", alla conferma più profonda di se stessi, saranno sempre...
(Lo vedi? La frase non è finita, ma il verdetto é già scritto.)
Perchè io, probabilmente, posso essere solo due in quel punto.


>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


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domenica 18 maggio 2008

con i tuoi occhi>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Quasi tutto quel che facevo o dicevo, cercavo innanzitutto di vederlo con i tuoi occhi, di pensarlo con la tua mente, di sentirlo con la tua bocca affamata. Se qualcuno mi irritava sul lavoro o per strada, pensavo a te, ripetevo il tuo nome e mi calmavo. Ma non ho mai incontrato una persona alla quale abbia desiderato affidare la mia anima.

Ci sono dei geni a cui vengono date le tessere di un puzzle con l'immagine di un pappagallo e loro ne ricavano un pesce. Io ti ho consegnato un parassita e tu hai ricomposto un uomo. Usando gli stessi pezzi ma migliorandone il risultato.


>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


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venerdì 16 maggio 2008

a te che senti

a te che senti che ti sto parlando. ma non mi conosci.

ti vorrei insegnare per iscritto come leggere le mie parole con la mia voce.
come devi leggere disastro con un forte accento sulla i, il sa contratto schiacciato frantumato, e il finale secco con punto esclamativo.
come devi leggere meraviglia, con una sosta sulla seconda i, di chi ha già fatto un buona parte della strada e non ha fretta di arrivare.
quali non devi leggere con un guizzo nello sguardo e una ruga impercettibile tra le sopracciglia
come devi leggere le minuscole dopo il punto..e da chi le ho rubate e perché.


la senti la mia voce quando leggi?

giovedì 15 maggio 2008

pretesa>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Mi preoccupo soprattutto per te, temo che tu non sappia badare a te stessa e sia capace davvero di ogni follia.Non c'è niente da fare, bisogna guardare in faccia la realtà. Tu sei svelata ed intransigente da far paura.
Sai bene che i miei sentimenti non potranno mai reggere il confronto coi tuoi, con la tua complessità, la tua profondità, la tua dedizione, e anche la muta pretesa che io sia fedele a me stesso almeno quanto lo sei tu, che io provi esattamente quello che provi tu e che soffra nell'esserti separato. Ecco quello che mi comunichi senza sosta, con queste o altre parole: tu vuoi essere me!

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


tuoi limiti, i tuoi limiti non i miei..

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donna-della-mia-vita
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molto meglio supporre

Preferisco rimanere un’impressione, preferisco le impressioni.
Le impressioni emozionano. E’ inutile conoscere: molto meglio supporre.

>> Non si muore tutte le mattine >> Vinicio Capossela


menomale che ci sei tu a ri.inspiritarmi quando serve

mercoledì 14 maggio 2008

ero




ero una,

ma mi sono sbriciolata

martedì 13 maggio 2008

mi inondava di gioia >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

E tu sapevi, naturalmente, di cosa stessi ridendo, e mi inondava di gioia l'idea che tu conoscessi tutto di me, i miei pensieri e minimi particolari, mentre solo un attimo prima mi aveva dato un tale fastidio...Non lo capisco, non mi capisco con te. Era come avevi detto tu: nel punto in cui ti sono più vicino, sono anche più sfuggente che mai. Stai attenta, finirò col prenderti a calci come un pazzo dove sei più vulnerabile. Fidati sempre e soltanto della mia mancanza di fedeltà, così sarai al sicuro.

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


al sicuro chiusa a doppia mandata la porta, blindata dalla paura.
quanto si può resistere?

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con-i-tuoi-occhi
pretesa
mi-inondava-di-gioia
voglio-risvegliarmi-alla-vita-e-donarti
avvicinarsi-ed-esporsi
donna-della-mia-vita
qualcosa-che-non-sa

col tempo sai

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il viso
non ricordi la voce
quando il cuore ormai tace
a che serve cercare ti lasci andare
e forse è meglio così
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro che adoravi che cercavi nel buio
l'altro che indovinavi in un batter di ciglia
tra le frasi e le righe e il fondotinta
di promesse agghindate per uscire a ballare
col tempo sai tutto scompare.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
ogni cosa appassisce io mi scopro a frugare
in vetrine di morte quando il sabato sera
la tenerezza rimane senza compagnia.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro a cui tu credevi anche a un colpo di tosse
l'altro che ricoprivi di gioielli e di vento
ed avresti impegnato anche l'anima al monte
per cui ti trascinavi alla pari di un cane
Col tempo sai tutto va bene.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il fuoco
non ricordi le voci della gente da poco
e il loro sussurrare
non ritardare copriti col freddo che fa.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
in un letto straniero ti senti gelato
solitario ma in fondo in pace col mondo
e ti senti tradito dagli anni perduti
allora tu col tempo sai non ami più.


>> Col tempo sai >> Franco Battiato

leggera e libera


È una bandiera di libertà

La mia camicia sul filo della biancheria,

leggera e libera dai legami del corpo.

>> Kiarostami

questa poesia voglio scriverla anch'io

lunedì 12 maggio 2008

la mia camelia

ogni anno la mia camelia si riempie di boccioli,
lasciando presagire uno spettacolo fin troppo generoso.
ogni anno da un giorno all’altro la trovo spoglia con tutti boccioli abbandonati a terra
ogni anno testardamente ripete questo ciclo.

la mia camelia mi rimprovera così.

venerdì 9 maggio 2008

scrivo sciocchezze >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Voglio risvegliarmi alla vita e donarti, a parole, tutto il mio patrimonio genetico, quello che sono nel bene e nel male. E voglio che in ogni frase si snodi la spirale invisibile del mio Dna.
Scrivo sciocchezze inaudite, lo so, perchè ora desidero che anche la mia stupidità ti penetri, il mio entusiasmo, la mia paura, la mia infedeltà, la mia grettezza.

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


altre orecchie in >> Che Tu sia per me il coltello >> David Grossman
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come-sei-riuscito
solo-due
con-i-tuoi-occhi
pretesa
mi-inondava-di-gioia
voglio-risvegliarmi-alla-vita-e-donarti
avvicinarsi-ed-esporsi
donna-della-mia-vita
qualcosa-che-non-sa

anabole

oggi vorrei solo:
anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole anabole mentali.

qualcuno mi capisce?

giovedì 8 maggio 2008

avvicinarsi ed esporsi >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Forse, accostando e fregando le pupille - come ho sognato una volta - sgorgheranno delle lacrime completamente diverse da quelle note da chi ne fa spesso uso. Intendo dire...forse saranno più dolci del miele, prodotte da ghiandole lacrimali sussidiarie e nascoste di cui non conoscevamo l'esistenza. L'unico organo del corpo creato con la consapevolezza che mai, per tutta la vita, se ne farà uso. Un triste scherzo privato di Dio, che sapeva fin dall'inizio con chi aveva a che fare. Perchè è possibile vincere la forza di gravità, ma non la forza di repulsione che l'anima esercita quando vede un'altra anima avvicinarsi ed esporsi.

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman


bè se non si era capito questo libro mi piace proprio

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donna-della-mia-vita
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donna della mia vita >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Anni fa pensavo di sottoporre ogni donna attraente a un particolare esame per stabilire se sarebbe stata la "donna della mia vita". Pensavo che l'avrei guardata profondamente negli occhi, avvicidandole il viso. Più vicino, sempre più vicino, finchè il mio occhio avrebbe toccato il suo. Proprio toccato. Non solo le ciglia o le palpebre, ma i globi oculari, l’iride e i dotti lacrimali. Naturalmente sarebbero subito sgorgate le lacrime. Il corpo è fatto così. Ma noi non avremmo ceduto, non ci saremmo arresi ai riflessi condizionati e alla burocrazia del corpo finchè non fossero emerse le immagini più offuscate e remote delle nostre anime. Questo voglio ora. Vedere l'oscurità che c'è nell'altro. Perchè accontentarsi Myriam? Perchè non chiedere, per una volta, di poter piangere con le lacrime di un altro?

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

mercoledì 7 maggio 2008

qualcosa che non sa >> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

Svelare ad una persona qualcosa che non sa di se stessa è un grande dono d’amore.
Il più grande.

>> Che tu sia per me il coltello >> David Grossman

e quindi non ho dubbi

altre orecchie in >> Che Tu sia per me il coltello >> David Grossman
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come-sei-riuscito
solo-due
con-i-tuoi-occhi
pretesa
mi-inondava-di-gioia
voglio-risvegliarmi-alla-vita-e-donarti
avvicinarsi-ed-esporsi
donna-della-mia-vita
qualcosa-che-non-sa

martedì 6 maggio 2008

forse leggendo >> Tuttalpiù muoio >> Albinati Timi

Forse leggendo speri di trovare delle risposte perchè sei così vigliacco che non riesci a trovartele da solo, forse perchè sei come la maggior parte degli esseri umani che non ha abbastanza palle per vivere, e preferisce leggere, sognare, farsi i suoi viaggi da solo o da sola.
Se ti aspetti una storia per sognare, o una vita da rubare, scordatelo.

>> Tuttalpiù muoio >> Albinati Timi

imbarazzante no?

lunedì 5 maggio 2008

senza capire dove vado a finire

E voglio essere 100 lire, di tasca in tasca senza capire,
dove vado a finire, in quale borsa benedire
E voglio essere 100 lire, il resto andante dell’ambulante...


>> L’atlante >> Piccola Orchestra Avion Travel


che poi si poteva dire anche così
e sarebbe stato più gradevole e dignitoso
a questo pure servono le citazioni..ad essere dignitosi

sanguisughe

come si dirà in francese sanguisughe?
io ho paura delle sanguisughe.
sono bloccata dalla paura delle sanguisughe.
perchè sono bloccata dalle sanguisughe?
non le posso forse portare dove voglio le sanguisughe?
non le posso forse portare con me?

j'adore les sangsues.

ma che paura ho delle sanguisughe?
non ho forse troppo sangue io?
io mio sangue é troppo, é sempre troppo per me e le mie sanguisughe.
io sono sempre troppo.
io mi sento sempre troppo.

j'adore les sangsues.

non ho forse bisogno delle sanguisughe?
povere sanguisughe quanto vi sfrutto.
povere sanguisughe quanto vi ingordo.

j'adore les sangsues.

vorrei correre e non corro.
mi muovo più lenta, da sempre rallento.
ho paura che le mie sanguisughe si stacchino.

ho paura di restare da sola e stagnare,
ho paura di restare sola e scoppiare
io voglio scorrere

j'adore les sangsues.

non m'importa dove.

martedì 29 aprile 2008

il mondo è il posto dove ho visto te

E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te
Dove ho visto te
Dove ho visto te


>> Dove ho visto te >> Jovanotti

allora ci vediamo là? non ti preoccupare ti trovo io.

lunedì 28 aprile 2008

la mia prima fame >> Tuttalpiù muoio >> Albinati Timi

Non sono abituato ad avere pazienza.
Odio il tempo che passa.
E non capisco perché devo stare male adesso sperando che il paradiso verrà poi.
Quando chiedevo i doni a Babbo Natale sapevo già che non mi avrebbe risposto.
Non arrivava mai niente di quello che avevo desiderato.
Se passando davanti ad una vetrina mi piace una cosa, la voglio adesso, se mi dicono che potrò prenderla tra un anno, non mi piace più.
Il paradiso deve essere adesso, se no, non é un paradiso, é un accontentarsi.
Questa é la mia prima fame, che mi ossessiona e mi fa diventare matto.

>> Tuttalpiù muoio >> Albinati Timi


incrocio le dita e spero in un adesso

io diventerò qualcuno

Io diventerò qualcuno.
Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no:
ecco perché diventerò qualcuno.
Se vuoi parlare un po' con me ti devo addare al mio MySpace.


>> Caparezza >> le dimensioni del mio caos

venerdì 25 aprile 2008

25 aprile

metto le mani avanti..

- Gli offri un dito e si pigliano tutto il braccio, questa é la vera verità. Noi italiani stavamo bene a pascolare le pecore. Poi abbiamo voluto fare un paese industriale, paese industriale. Noi italiani siamo fatti così, "rossi" "neri" alla fine tutti uguali.
- Ma chi é che sta parlando? Chi é? Rossi e neri sono tutti uguali, ma che siamo in un film di Alberto Sordi?
- Magari!
- MA CHE SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? MA CHE SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? MA CHE SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? SI... BRAVO, BRAVO. TE LO MERITI ALBERTO SORDI CIAO. TE LO MERITI ALBERTO SORDI. TE LO MERITI ALBERTO SORDI.

>> nanni moretti >>ecce bombo

giovedì 24 aprile 2008

la mia trinità

non ho voglia di scrivere le cose che so già di me.
voglio scrivere quello che sta affiorando o scrivere per scavare.
ma sarò breve e farò un’eccezione perché non può essere che sia già passato un mese ed io non abbia ancora parlato della mia trinità. sono altro da louniverso. Sono altri universi distinti, migliori, più grandi, più noti, più esplosi, non si può neanche fare un paragone. non faccio un paragone. non voglio sporcarli, non voglio metterci su le mani, non voglio appropriarmene, non voglio nemmeno osannarli non ce n’è bisogno di altre mie parole.
io li ho solo scelti. anzi no, io ho solo realizzato di averli scelti e associati. la mia trinità. loro sono
il padre (che saprei amare) il figlio (che avrei voluto essere) e lo spirito (santo?) che mi accompagni sempre. amen.

il padre. francesco guccini. la caparbietà, la pazienza, la modestia, l’onestà, la ricerca, il timbro, il passo, le scelte, la fiducia, la saggezza, la bonarietà, la comprensione, l’arguzia, la fede.

il figlio. nanni moretti. l’identità, la ribellione, la mente, l’osservazione, la lucida follia, la necessità, la fedeltà.

lo spiritosanto. vinicio capossela. l’ispirazione, l’ebrezza, la fanfara, il cuore, l’amore, il dolore, la magia, i sogni , la carne, la terra, l’ acqua, l’oscurità, il clamore.

bene, adesso che ho chiarito chi sono per me. adesso che non corrono il rischio di essere mischiati agli altri mi sento libera di farmi illuminare la strada anche da loro.

mercoledì 23 aprile 2008

un soldino..

..nel mio cappello da mendicante
un granello di sabbia nel mio secchiello
il dolore lo spavento del mio secchiello vuoto
che arrivi il momento di capovolgerlo e
e sotto il mio, misera una montagnetta informe



Oracolo

Il dolore è questa stretta di ora.
Che c'ha dentro? Di cosa è fatto?
chi piange dentro te?
L'anima non piange mai. Non teme.
Non può mai perdere nulla - né guadagna.
Chi piange allora?
Chi è infelice? L'anima non lo è mai.
Chi è triste ora?
E perché è triste di non sa cosa?

Il dolore.Questo guardare
un'altra cosa e sentirla altra cosa.
Questo non essere in pura unione. Questo
confine messo dentro il nome. Albero.
Fiore. Cielo. Rosa. E poi tu. Tu. Altra cosa,
staccata da tutto il resto. Tu pensoso.
Tu mente pericolosa che dici: mia casa, mio prato,

mio campo grande, mia acqua. Mio corpo. Tu.
L'anima è, non possiede. E la vita è per lei
un volo d'altalena. Di cosa, dunque,
dovrebbe essere infelice? Il dolore
non è mai suo sposo, non sa, non lo conosce.
e dunque? chi soffre quando soffri così,
per niente, senza una ragione

Di che pianger suoli? Di che ti lagni?
Che cosa temi? Che guadagni vuoi nel tuo
bilancio umano, che vittoria,che quantità,
che colori? Di che pianger suoli? Di che pianger
amico mio umano? Tu piangi per te.
Sempre per te piangi.

Sorgi, amico mio. abbi cura del mondo
come fosse casa tua
e godi quel suo giocondo
essere pieno di tremenda vita.

Sorgi. Guarisci la ferita.

>> Mariangela Gualtieri

martedì 22 aprile 2008

lacrime e fuoco

oggi ho pianto..più volte..un pò addosso..poi per motivi legati contorti ma annodati che se ne vale ancora la pena domani (chissà?) spiegherò, ho trovato questa e mi sembra che le mie lacrime siano valse a qualcosa.

FUOCO CENTRALE

Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo,
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all'essere e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire
io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti, io non ho parole
cangianti, io non ho parole mutevoli,
io non disarticolo, non ho parole perturbanti,
io non ho abbastanza parole, le parole mi si
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho
parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza
parole, mai abbastanza parole
ho solo parole correnti, ho solo parole serie,
ho solo parole di mercato, ho solo parole
fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono
sempre sempre mi deludono, sempre mi mancano
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all'essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire
oh! ascolto!
oh! pazienza dell'udire!
oh! udire! udire!
oh! totalità!
oh! parola piena!
oh! perdita!
oh! perdita che mi caratterizzi!
oh! solitudine da cui parlo!
oh! essere! oh! esserci!
oh! cosa che non ti consumi!
oh! il tutto che ho dimenticato!
oh! discorso che non puoi essere tradito!
oh! discorso che non puoi essere tramandato!
oh! discorso che non puoi essere articolato!
oh! sapere! oh! verità!
oh! cangiante, tu, mutevole, tu sempre incinta!
oh! intelligenza dei sentimenti!
oh! il mondo della vita!
>> Mariangela Gualtieri >> Fuoco Centrale, Bologna, I quaderni del Battello Ebbro, 1995

lunedì 21 aprile 2008

e poi..

..rimando sempre

sourires



quando succede, la sensazione è, come quando rasserena all’improvviso, mentre tu eri già rassegnata alla luce grigia ed al freddino, e senti in un tutt’uno una carezza calda sulle spalle e la leggerezza sopra di te, un lampo illumina i colori e il cuore si allarga e può respirare.
i sorrisi degli sconosciuti:
inaspettati, condivisi, insperati, contano tutti quelli che aprono uno spiraglio nella mia giornata.
vorrei farne una collezione perché ho bisogno di circondarmi di cose belle, ma sospetto che sarebbe inutile perché..

Il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore
>> Albert Einstein

(au musicien)
però ce n’è uno che mai dimenticherò..una sequenza di pochi minuti, poetica struggente che si è conclusa con un tuo sorriso così pulito, così coraggioso che il mio non ha potuto che farsi spazio tra le lacrime e buttarsi fuori come l’arcobaleno da una cascata.
non può essere che talvolta non ci ripensi.

mercoledì 16 aprile 2008

a tutto volume

in macchina canto, ballo muovendo le spalle, mi scateno tenendo il ritmo sul volante, mi piace farlo in controtempo.

oggi in direzione opposta alla mia, su un furgone bianco, ho visto un tipo che faceva lo stesso. è stato come se fosse del mio stesso pianeta. ho pensato che siamo in tanti sparsi. simili. ne ho sorriso e un pò goduto.

adesso però mi rabbuia un pò il sospetto di far parte di una maggioranza.

lunedì 14 aprile 2008

intrasferibile

Bisogna cercare cose oscure
In qualche parte della terra,
in riva al silenzio azzurro
o dov’è passato il treno
di una furiosa tempesta:
restano sogni sottili,
monete di tempo e d’acqua,
detriti, celeste cenere,
e l’ebbrezza intrasferibile
di prender parte ai travagli
della solitudine e della rena.
>> Pablo Neruda

é quasi scandaloso ammetterlo, ma le cerco, ne ho bisogno e non le trovo, le cose oscure nella mia vita non lasciano il segno, non diventano monumenti, ed io non mi sentirò mai un'eroina, una profuga, una naufraga, una soppravvissuta, ma sempre come al solito una clandestina.
ma c'è dell'altro, sono attratta in modo irrefrenabile da chi ha vissuto questi oscuri travagli, e il sentirli narrare mi fa soffrire tremendamente.
il non sapermi disperare delle mie vicende mi rende schiava del dolore altrui.
ma l'ebrezza é intrasferibile..ed sentirò sempre che alla mia vita manca qualcosa di epico.

perchè mi succede questo?

domenica 13 aprile 2008

mattina

all'inizio la giornata era bella:
ho preso un libro,
ho preso una sdraio,
ho preso un pò di sole..
..domani te lo porto.

mercoledì 9 aprile 2008

si capirebbe

"..salto i passaggi, provo un sentimento e subito la smania di esprimerlo, potrei farlo in un certo modo, ma so che se lo manifestassi così si capirebbe troppo facilmente cosa provo, allora in una frazione di secondo esamino e scarto la prima soluzione, scarto anche la seconda e faccio quella che sarebbe la terza mossa possibile e gli altri restano spiazzati perchè si aspettavano semmai la prima e nel frattempo io sono avanzato già di tre o quattro mosse.
Ho un disperato bisogno di dire la verità."
>> Tuttalpiù muoio >> Albinati Timi

giovedì 3 aprile 2008

in cerca di sbrodolate


pensavo che tutti facessero una sbrodolata come la mia al loro primo post, o al secondo, al terzo perlomeno! Una sbrodolata liberatoria .
Sbrodolata al primo post, per gli impulsivi e sicuri di sé. Per quelli che si sanno muovere tranquillamente ai buffet in piedi e passano con non chalance da una conversazione all’altra.
Sbrodolata al secondo post per quelli che ci tengono un minimo a far bella figura ma in fondo si piacciono così come sono e che problema c’è? per quelli che s’inquadrano subito professione, hobbies, viaggi, passioni, e dopo cinque minuti ti raccontano di quando hanno avuto la dissenteria durante la crociera sul nilo.

Sbrodolata al terzo post gli spontanei a scoppio ritardato come me, quelli che non gli viene mai la risposta che stende al momento giusto, o la battuta brillante che gli consenta di cavarsi d’impaccio con un minimo di dignità, quelli che non sanno litigare…sul momento..già sul momento..perché poi invece..mentre schiacciano il bottone dell’ascensore, mentre tornano a casa in macchina sotto un cielo bigio e bagnato incantati dai tergicristalli, mentre scelgono tra buste d’insalata quella perfetta, mentre si asciugano i capelli col phon che non c’è cosa più noiosa e coadiuvante, mentre annusano l’ammorbidente, mentre sbucciano una carota, mentre aspettano di addormentarsi, o mentre fanno la coda alla cassa senza fast pay, all’improvviso succede la magia! il cervello te la sputa fuori la risposta giusta, esatta, immigliorabile, la sublime risposta,
scintilla ed esplode in un misto di soddisfazione e rammarico, il petardo che ti scoppia dentro che ormai non fa più sobbalzare nessuno, solo un po’ il nostro orgoglio, ma di cui ci rimane l’odore acre nella gola.
E allora per liberarci di questo fumo che sale su…che facciamo..apriamo la bocca..alla prima telefonata che ci pare buona saltiamo di palo in frasca con un brusco “invece io..” lasciamo salire quel fumo di scoppio ritardato..
..liberazione.. rivalsa e compassione..e a volte ci caschiamo.. e lasciamo scorrere le parole in modo ambiguo facendo per un attimo credere di averlo detto davvero! per poi subito smentire, onesti, onesti e belli.

e invece no. sono andata in giro in cerca di sbrodolate e non ne ho trovate tante
..che delusione..mi son detta che c’è in giro un sacco di gente controllata..dove sono quelli che si lasciano travolgere dal entusiasmo, prendere dal panico, vincere dalla pigrizia? oppure dove sono i pasticcioni, quelli che quando cancellavano con la gomma azzurra facevano sempre il buco?.. e poi cercavano sempre di richiuderlo con la saliva..ma non si chiudeva mai!