Io stesso sono a caccia di consolazione come un cacciatore lo è di selvaggina. Là dove la vedo baluginare nel bosco sparo. Spesso il mio tiro va a vuoto, ma qualche volta una preda cade ai miei piedi. Poichè so che la consolazione ha la durata di un alito di vento nella chioma di un albero, mi affretto ad impossesarmi della mia vittima. Cosa stringo allora fra le mie braccia? Poichè sono solo: una donna amata o un infelice compagno di strada. Poichè sono un poeta: un arco di parole che tendo sentendomi pervadere di gioia e di spavento. Poichè sono un prigioniero: un improvviso spiraglio di libertà. Poichè sono minacciato dalla morte:un animale caldo e vivo, un cuore che batte irridente. Poichè sono minacciato dal mare: uno scoglio d'inamovibile granito.
>> Il nostro bisogno di consolazione >> Stig Dagerman