lunedì 19 ottobre 2009

poichè sono un prigioniero

Io stesso sono a caccia di consolazione come un cacciatore lo è di selvaggina. Là dove la vedo baluginare nel bosco sparo. Spesso il mio tiro va a vuoto, ma qualche volta una preda cade ai miei piedi. Poichè so che la consolazione ha la durata di un alito di vento nella chioma di un albero, mi affretto ad impossesarmi della mia vittima. Cosa stringo allora fra le mie braccia? Poichè sono solo: una donna amata o un infelice compagno di strada. Poichè sono un poeta: un arco di parole che tendo sentendomi pervadere di gioia e di spavento. Poichè sono un prigioniero: un improvviso spiraglio di libertà. Poichè sono minacciato dalla morte:un animale caldo e vivo, un cuore che batte irridente. Poichè sono minacciato dal mare: uno scoglio d'inamovibile granito.
>> Il nostro bisogno di consolazione >>  Stig Dagerman

venerdì 16 ottobre 2009

che tu sia per me il coltello


E forse non è vero amore se dico che tu mi sei la cosa più cara; amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.

>> Lettere a Milena >> Franz Kafka

e non sa come salvarsi


..se in qualche modo è possibile in questo mondo senza appigli (dove uno è strappato via quando lo si strappa via e non sa come salvarsi), non lasciarti allontanare da me, anche se una volta o mille volte o proprio adesso o forse sempre proprio adesso ti deludo. Questa del resto non è una preghiera e non è affatto rivolta a te, non saprei dove sia rivolta. E' soltanto l'oppresso respiro del petto oppresso.

>> Lettere a Milena >> Franz Kafka

più che partire non si può


Anch'io sono in viaggio ed è un viaggio lungo.
Ma tu non tormentarti per questo, ti prego, in ogni caso siamo in viaggio,
più che partire non si può.

>> Lettere a Milena >> Franz Kafka

..erano nel numero di x


So anche stare allo scherzo, ma per me ogni cosa può essere anche una minaccia. Quando mi scriverai:- Ieri ho contato e fatto la somma delle e nella tua lettera che erano nel numero di x: come puoi permettermi di scrivermi e, e proprio in un numero di x? - potrò anche, se rimarrai seria, persuadermi di averti con ciò offesa ed essere alquanto infelice. E infine potrebbe essere davvero un'offesa, è difficile controllare.

>> Lettera a Milena >> Franz Kafka

domenica 4 ottobre 2009

riconosca se stessa


Ho letto un'altra volta la lettera di domenica, è più terribile di quanto non pensassi dopo la prima lettura. Bisognerebbe, Milena, prendere il suo viso fra le mani e guardarle fermamente negli occhi affinché negli occhi dell'altro lei riconosca se stessa e da questo momento non sia più capace neanche di pensare cose come quelle che ha scritte là.

>> Lettere a Milena >> Franz Kafka

sabato 3 ottobre 2009

ognuna per proprio conto


Ma come eravamo potute giungere a questo scoppio di collera? Glielo chiesi perchè la cosa mi era incomprensibile, e la risposta di Milena mi fece tremare:"D'un tratto ho avuto la sensazione che anche noi due fossimo diventate come la maggior parte delle persone, che parlano, parlano di continuo ognuna per proprio conto, come se in mezzo a loro ci fosse un muro..Niente di ciò che uno dice riesce a raggiungere il cuore dell'altro.."

>> Milena l'amica di Kafka >> Margarete Buber Neumann

venerdì 2 ottobre 2009

era una tenda bianca leggermente gonfiata dal vento


Nell'infermeria, le finestre dell'ufficio di Milena davano sulla piazza del campo. Seduta alla scrivania poteva vedere il grande cancello di ferro che ci divideva dalla liberà. In quella stanza lavoravano parecchie prigioniere. Ma c'era un angolo, quello di Milena, che recava la sua impronta personale. Sul tavolo c'era sempre un fiore infilato in qualsiasi recipiente che potesse assomigliare ad un vaso. Una scatoletta di cartone per le matite conteneva...un bottone di vetro sfaccettato. Quando splendeva il sole, vi apparivano magicamente riflessi i colori più belli dell'arcobaleno. Di così poco può accontentarsi un essere umano. Sulla parete accanto alla finestra c'era una fotografia di Praga e di fianco una riproduzione a colori, certamente ritagliata da un calendario delle SS, nella quale da una finestra spalancata si scorgeva in lontananza un paesaggio montano. Ma ciò che attirava me e Milena verso questa immagine era una tenda bianca leggermente gonfiata dal vento..Per chi ha nostalgia della libertà, basta un lembo di stoffa su una stupida immagine a riempire il cuore di commozione.

>> Milena l'amica di Kafka >> Margarete Buber Neumann

un bottone, una tenda bianca, un angolo..tutti per me

giovedì 1 ottobre 2009

l'analfabeta politico

Il peggior analfabeta è l'analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s'interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell'affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L'analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l'imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

>> Bertolt Brecht.