giovedì 9 settembre 2010

attaccamento e non-esistenza del sé

La meditazione sulla vacuità è utile nello sviluppo dell'equanimità. Per comprenderne l'utilità, riflettete su come le emozioni afflittive ci danneggiano. Per esempio, pensate alle conseguenze distruttive della rabbia o dell'odio. La rabbia e l'odio non distruggono solo la pace mentale altrui, ma nuocciono anche a noi. Essi assumo di solito forme aggressive e si esprimono in modo violento. Ma, quando consideriamo altri tipi di emozioni afflittive, come l'attaccamento, esse sembrano tenere e apparentemente amichevoli. Ma sono anch'esse molto distruttive.
L'attaccamento può avere a che fare con il possesso, per esempio pensando "questo mi appartiene" oppure "egli mi appartiene", ma può riferirsi anche a voi stessi, all'io che pensate di essere. L'attaccamento all'io sorge perché vi percepite come qualcosa di concreto, oggettivo e indipendente. E' causa di questa forte adesione alla solidità di se stessi che si sviluppano altri attaccamenti. Allo stesso modo, quando nutrite odio, tendete a vedere l'oggetto del vostro odio come indipendente e concreto. Per esempio, immaginiamo che site arrabbiati con un certo signor Rossi. Se ce l'avete con lui e pensate che sia uno stupido e uno sciocco, in quel momento, lo vedete come un oggetto. Vedete il signor Rossi come se esistesse di per sé, in modo indipendente e concreto. Ma se vi fermate e vi domandate: "dov'è il signor Rossi? Chi é? Il signor Rossi é la sua mente o il suo corpo?", se analizzate un pochino vedrete che è impossibile definirlo. E quando non riuscite a identificare quello che pensavate esistesse concretamente la vostra presa si rilassa. Così quando vi attaccate fortemente a qualcuno, se vi fermate e vi fate le stesse domande, scoprirete di non poter definire una persona concretamente esistente. E questo di nuovo rilassa il vostro forte aggrapparvi. E lo stesso vale se analizzate il forte attaccamento che avete per voi stessi come io individuale.
Se vi fermate e vi domandate: "Dov'è questo io? Dov'é questo me verso cui nutro un attaccamento tanto forte?", non riuscirete a trovarlo. E vi domanderete come avete potuto sviluppare un attaccamento tanto forte a qualcosa che non potete nemmeno identificare. In questo modo vedendo in voi la non-esistenza del sé, potete ridurre l'intensità di emozioni afflittive quali l'odio e l'attaccamento. Quando parliamo di non-esistenza del sé significa che il sé non ha natura oggettiva e indipendente.

>> Verso il Nirvana >> Dalai Lama

quando vieni lasciato pensi di non essere più niente..in realtà non eri niente neanche prima..saperlo in anticipo può aiutare..

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