mercoledì 19 novembre 2008

una persona immaginaria


Proverò a parlare di me. A presentarmi con parole mie. L'ho fatto tante volte quando ero a scuola. Ognuno di noi a turno doveva mettersi di fronte alla nuova classe e presentarsi. Era una cosa che odiavo. O meglio, più che odiarla non ne vedevo il senso. Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza? Proprio come quando uno non riconosce la propria voce incisa su un registratore, mi chiedevo sempre se l'immagine che percepivo di me stesso non fosse un'immagine distorta che mi ero fabbricato su misura. Ogni volta che ero costretto a presentarmi davanti alla classe, mi alzavo in piedi con una sensazione di disagio. Mi sembrava di essere un truffatore. Per questa ragione cercavo sempre di dire solo fatti oggettivi, evitando interpretazioni o commenti: Ho un cane, mi piace nuotare, non mi piace il formaggio eccetera.. Malgrado ciò provavo lo stesso la sensazione di star parlando dei fatti immaginari di una persona immaginaria. Anche quando ascoltavo gli altri, mi sembrava che parlassero tutti di qualcuno che non erano loro. Tutti vivevano respirando l’aria irreale di un mondo irreale.
Comunque ci proverò lo stesso. Cominciando dall’inizio. Adesso il formaggio mi piace. Non mi ricordo quando ma a un certo punto ha cominciato a piacermi. Il mio cane fu colpito da un acquazzone nell’anno in cui entrai alle medie, e morì di polmonite. Da allora non ho mai più posseduto un cane. Nuotare mi piace ancora..
Fine.

Ma le cose non finiscono così semplicemente. Quando uno cerca qualcosa nella vita (esiste qualcuno che non lo faccia?) la vita gli richiede più dati. Per tracciare un quadro preciso, occorrono molti più elementi. Altrimenti non ottieni risposta.
Risposta impossibile causa insufficienza dati. Premere il tasto “Annulla”.
Premo il tasto “Annulla”. Lo schermo diventa bianco. I miei compagni di classe cominciano a lanciarmi oggetti. Avanti continua a parlare! Il professore aggrotta le sopracciglia. Io resto impietrito davanti alla lavagna, incapace di andare avanti.
Cercherò di parlare. Se non lo faccio, non si comincia. Parla con calma, mi dico, senza fretta. Se quello che dirai è giusto o no, lo vedremo dopo.

>> Dance dance dance >> Murakami Haruki

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