giovedì 29 maggio 2008

due fogli a quadretti

eri in fila davanti a me, incantata ti guardavo chiedere libri.
che non c’erano, e non c’erano e non c’erano mai, andavano tutti ordinati..libri stranieri.
tenevi in mano la tua lista, due fogli a quadretti, un po’ strappati su un lato, chissà da dove li hai staccati, hai un quaderno?
dentro ci scorreva la tua grafia, hai usato un pennarello nero dalla punta sottile, le parole stavano sul foglio tranquille e sorridenti come se fossero a casa loro, come se non fossero in colpa di nulla, come se aspettassero qualcuno.
guardavo i tuoi jeans, la polo blu, i tuoi capelli neri , non so se avevi un braccialetto, ma sì avresti potuto.
come avrei voluto che mi raccontassi perché quei libri, come avrei voluto che mi passassi la tua lista, ho pensato alla tua casa, immaginando un tappeto turco.

forse anche tu sei uscito da te, per questo mi hai sentita, fuori da me.
e ti sei voltato avevi gli occhi un po’ sporgenti.
di corsa siamo tornati dentro.
mi hai detto: mi scusi ha dovuto aspettare, ma da dietro le persiane chiedevi piaciuto lo spettacolo? torneresti a bere una tazza di caffe caldo sul tavolo di legno alla luce gialla della mia cucina?
e io: non c’è problema si figuri, ma da dietro le persiane è stato un piacere, certo che tornerei..
..se solo potessi staccarmi.

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